“Alla luce delle recenti dichiarazioni del sindaco Sergio Giordani sull’introduzione della cosiddetta “zona rossa” nell’area della stazione ferroviaria di Padova, riteniamo doveroso esprimere una posizione di netta contrarietà, basata non solo su considerazioni politiche, ma su dati oggettivi e analisi di tipo tecnico.
L’annuncio di una zona soggetta a restrizioni straordinarie per il contenimento del degrado urbano – dichiara Luciani Alain, Vice Coordinatore Forza Italia Padova – rappresenta, in realtà, il riconoscimento implicito del fallimento delle politiche di sicurezza urbana messe in atto dall’attuale amministrazione. Dopo anni di minimizzazione dei problemi di microcriminalità, spaccio e insicurezza percepita, si ricorre ora a una misura emergenziale grazie all’attuale governo e al Prefetto che ringraziamo, senza una visione organica né un piano d’intervento strutturato e multilivello.
Il sindaco continua a invocare un approccio “integrato”, ma nei fatti ha adottato una linea che ha privilegiato quasi esclusivamente l’intervento sociale, disinvestendo negli strumenti di controllo del territorio e nel rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine. La situazione odierna è anche il risultato di anni di scarsa attenzione alle segnalazioni di cittadini, commercianti e operatori sociali.
Esperienze concrete in città come Verona, Trieste e persino Bologna dimostrano che le misure emergenziali, se non accompagnate da un piano strutturato e continuativo, producono effetti limitati nel tempo.
A Verona, ad esempio, è stato introdotto un sistema di sorveglianza urbana evoluto con intelligenza artificiale per il riconoscimento comportamentale, in coordinamento con la polizia locale, portando a una riduzione del 28% dei reati in area stazione in 18 mesi. A Trieste, un “Patto per la sicurezza urbana” ha previsto l’integrazione tra prevenzione situazionale (illuminazione, arredo urbano, controllo accessi) e azioni socio-sanitarie, con riscontri verificabili da Istat.
Padova, invece, è da anni fanalino di coda in Veneto per applicazione delle buone pratiche di “sicurezza partecipata” e rigenerazione urbanistica a fini preventivi, basti ricordare che l’indice di criminalità elaborato da Il Sole 24 Ore nel 2024 collocava Padova al 12° posto nazionale, con un aumento significativo dei reati predatori e delle denunce per spaccio rispetto al 2022.
Eppure, l’amministrazione ha continuato a sottovalutare i segnali di allarme. L’istituzione della zona rossa rischia inoltre di alimentare la marginalizzazione di soggetti fragili, su questo concordiamo con il Sindaco, ma quali sono le iniziative per il reinserimento e l’accompagnamento delle categorie più fragili?
La sicurezza urbana non si costruisce solo con divieti temporanei, ma con una pianificazione che coinvolga urbanisti, forze dell’ordine, operatori sociali, quartieri e categorie economiche. Invitiamo l’amministrazione comunale e a convocare un tavolo tecnico permanente per la sicurezza, coinvolgendo esperti, università, prefettura, associazioni di categoria e rappresentanze dei cittadini. Solo così – conclude Alain Luciani – sarà possibile dare a Padova un futuro in cui legalità, vivibilità e inclusione non siano parole vuote.”