Una delegazione del Partito Democratico composta da Andrea Orlando, responsabile Politiche industriali, Chiara Braga, capogruppo alla Camera, e da parlamentari ha incontrato i rappresentanti di Cgil sulla vicenda relativa alla chimica di base e agli impianti che Eni Versalis intende chiudere.
Nell’esprimere preoccupazione per le scelte della partecipata di Stato, che impattano su circa 20mila lavoratori in impianti localizzati in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Puglia e Sicilia, considerando le conseguenze anche sull’indotto, la delegazione del Pd ha condiviso la necessità di fare chiarezza rispetto agli impegni che Eni aveva già assunto rispetto agli investimenti del piano industriale 2023-2026 sul settore della chimica, rimessi in discussione con la scelta recente di dismettere un settore strategico per la produzione industriale nazionale che si troverebbe a dover reperire all’estero le materie prime.
Uno scenario di incertezza rispetto all’industria della gomma e della plastica che oggi è rappresentata da circa 5mila aziende con oltre 180mila lavoratori e che potrebbero pagare le conseguenze di costi in aumento per l’approvvigionamento delle materie prime, da aggiungersi ai costi già lievitati per l’energia. Considerando questo scenario alquanto preoccupante per un settore dell’industria italiana che andrebbe in direzione opposta a quanto auspicato in UE, le cui raccomandazioni vanno invece verso l’accorciamento delle filiere di produzione, il Partito Democratico chiederà ad Eni di venire in Parlamento a spiegare le ragioni di queste scelte.