Padova ha ospitato ieri la squadra dei Bianchi per un incontro di Calcio Storico Fiorentino, organizzato presso la location Le Staffe, all’Ippodromo Le Padovanelle.
L’evento ha richiamato molte centinaia di spettatori che hanno assaporato l’onore e la vertiginosa grinta dei calcianti: nessuna regola se non l’obbligo di fare caccia (punteggio simile al moderno goal calcistico); placcaggi, boxing, arti marziali e qualsiasi pratica è consentita a difesa dall’avversario o per attaccare e raggiungere l’obiettivo, per segnare il punto.
Calcio Storico Fiorentino, detto anche Calcio in Livrea o Calcio in Costume, è una disciplina di origine medievale, spesso tramutata in mattatoio con risse in campo e tra il pubblico per la riflessa adrenalina dei calcianti a difesa del colore di appartenenza. Trae origine dai Greci e poi dai Romani, questi ultimi con il loro Harpastum: strappare a forza. Si affrontano nell’arena, a turno, quattro squadre, con il proprio colore: ciascun colore fa riferimento ad una Chiesa, riflettendone l’appartenenza popolare e nobile della fiorentinità audace e virile del quartiere.
Bianchi: Basilica di Santo Spirito, iniziata nel 1444 dal Brunelleschi e ultimata nel 1487 anche dalle sapienti mani di Baccio d’Agnolo (suo il campanile) e Gaiole Sant’Andrea;
Azzurri: Basilica di Santa Croce, di eccezionale bellezza, iniziata nel 1218 e completata nel XIX dove sono sepolti Ugo Foscolo, Niccolò Machiavelli e Michelangelo Buonarroti;
Rossi: la Basilica di Santa Maria Novella location della Trinità di Masaccio e di innumerevoli capolavori ed affreschi del Ghirlandaio, Filippino Lippi, Giotto e del Brunelleschi con il ligneo Crocifisso nella cappella Gondi;
Verdi: San Giovanni prende il nome dal Battistero, opposto all’entrata del Duomo di Santa Maria del Fiore, quale cassaforte di opere del Cimabue, Ghiberti, Uccello, Brunelleschi e Donatello.
Il Calcio Storico Fiorentino insegna al contempo una regola di vita: si vince ancor quando si perde, sebbene la sconfitta venga mal digerita. I calcianti seguono scrupolosamente una preparazione atletica e spesso ricevono, per le gesta e imprese nell’arena o per mondanità, una notorietà locale diventando modelli di imitazione per la gioventù fiorentina.
Hanno calciato storici personaggi quali i Granduchi di Toscana appartenenti dalla famiglia dè Medici, Papa Urbano VIII (Matteo Barberini), Papa Leone XI (Alessandro de’ Medici).
Presso l’ippodromo Le Padovanelle, poco prima della partita e grazie alla disponibilità degli organizzatori de Le Staffe oltre la cortesia del calciante Gianluca Locicero, abbiamo avuto l’onore di una esclusiva intervista con il capitano Marino Vieri e alcuni calcianti di spessore e indubbia correttezza morale e atletica: i cosiddetti uomini d’Oltrarno.
Cos’è che spinge un fiorentino ad ambire alla carica di calciante?
Marino Vieri (Capitano dei Bianchi): “Per noi è una tradizione, i ragazzi a Firenze seguono il Calcio Storico e prendono ad esempio i calcianti, persone che scendono in piazza con molto coraggio; non è cosa che tutti possono permettersi di fare. Un mix di onore, coraggio e passione, a titolo gratuito, per rievocare un evento storico: l’unione di questi valori credo siano il motivo principale”; Raffaele D’Eligio: “Ho iniziato per puro caso, ero molto piccolo. Mi portò il mio allenatore di calcio a provare il Calcio in Costume. Poter giocare nel Calcio Storico e poter fare parte di una squadra di un colore, credo renda orgogliosi in primis come persona; poi fare parte di un quartiere e del suo colore penso sia una cosa che quasi tutti i ragazzi vorrebbero fare. Anche se, confermo, che non tutti sono portati per praticare il Calcio Storico.”; Gianluca Locicero, padovano e calciante dei Bianchi di Santo Spirito: “Sono padovano e sono ritenuto tra virgolette uno straniero. Però mi sono innamorato del Calcio Storico in maniera assoluta e totale. Lo seguivo da anni ed ho avuto questa opportunità: frequento in maniera attiva da quest’anno. Sono entrato subito in sintonia con tutti, mi sono trovato all’interno di una famiglia nonostante venissi da circa 400 chilometri di distanza. Vivere il pre-partita, il post-partita e gli allenamenti con i Bianchi è qualcosa di indescrivibile; un’usanza e costume prettamente fiorentina ma, secondo me, anche italiana e da preservare e tutelare. Uno spettacolo più unico che raro”. Per Raffaele, altro calciante: “…è come l’adrenalina. Per chi viene da Firenze e vive il quartiere, quando arriva il Torneo del Calcio Storico Fiorentino in giugno si vive come in una famiglia speciale; mi viene anche ora la pelle d’oca a parlarne”.
La partita odierna, a Padova, la affronterete con lo stesso spirito combattivo sebbene amichevole?
Marino Vieri (Capitano dei Bianchi): “Noi, come colore, in qualsiasi allenamento ci mettiamo adrenalina e giusta determinazione. Forese ci sarà meno contatto fisico, a livello di botte, però la voglia di vincere noi ce la mettiamo sempre. Venire a Padova è un onore per noi…” e da un calciante affianco il pensiero è urlato ancor più chiaro “…nessuno di noi vuol perdere, neanche a briscola…”.
Avete un vivaio da crescere per il futuro della squadra e la possibilità di avere calcianti non fiorentini in squadra, come accennato poco fa?
Marino Vieri (Capitano dei Bianchi): “Abbiamo un vivaio di ragazzi, una sorta di primavera, che si allenano ogni sabato e dei quali siamo molto orgogliosi: quest’anno ha esordito un 19enne che ha avuto l’onore, con noi, di avere vinto il torneo: Per diventare un calciante ci vogliono anni: è quindi fondamentale che siano preparati e facciano esperienza”.
Raffaele D’Eligio: “In molte squadre chi vene da fuori è chiamato straniero; qualsiasi ragazzo che viene da noi Bianchi, sia di Roma o Padova o Verona, non limita i suoi rapporti con la squadra solo nei giorni delle partite del Torneo: per noi rimane un feeling che dura tutto l’anno, non accade in nessun’altro colore”.
Gianluca Locicero: “io posso confermarlo, c’è uno spirito di fratellanza che va oltre il gioco in sé; sono sicuro che se ho bisogno di auto a Padova, Raffaele parte da Firenze alle due di notte e viene a prendermi. La famiglia dei Bianchi ha ‘quel qualcosa’, secondo me, che non è possibile ritrovare, così forte, in altre squadre o discipline sportive. Siamo una vera famiglia, anche se tra poco ci picchieremo…”.
Sopraggiunge il calciante romano Michele Verginelli, uno degli sportivi romani più famosi dell’MMA (arti marziali miste) e vincitore di molti campionati nazionali, europei e mondiali: partecipa dal 2005 con i Bianchi. Michele racconta di sé: “Ho conosciuto Marino durante un incontro di pugilato. Abbiamo combattuto contro e mi propose di fare parte dei Bianchi […] lo stimolo era di partecipare ad una rievocazione storica; poi iniziando e giocando l’adrenalina saliva sempre più, oltre la mia voglia di fare sempre di più. Ho iniziato a fare sport dal fullcontact al pugilato, aggiungendo sempre nuove discipline per crescere; mi mancava sempre qualcosa. Con il Calcio Storico Fiorentino credo di avere trovato il massimo dell’espressione del combattimento.” Sopraggiunge il calciante romano Fabio Russo, amico di Michele: “Ho iniziato da quattro anni; parto da Roma almeno due volte a settimana per andare a Firenze ad allenarmi. Oggi, anche se è una amichevole, in campo te lo scordi e giochi comunque per vincere…”
Tra le gradinate affollate da intere famiglie, nonostante la giornata molto calda, incontriamo Cinzia Rampazzo, Assessore allo Sport del Comune di Padova e campionessa di nuoto negli anni Settanta (vincendo dozzine di titoli italiani, realizzando record nazionali e partecipando a gare mondiali ed europee).
Assessore Rampazzo, cosa pensa della rievocazione odierna del Calcio Storico Fiorentino? Il Comune di Padova, anche in virtù della partecipazione di un numeroso pubblico, potrebbe ipotizzare un suo impegno diretto per una replica il prossimo anno?
“E’ sicuramente un evento, quello di oggi, che mette in evidenza e fa prevalere valori che ci accomunano a Firenze; uno sport che unisce e riesce a portare centinaia di spettatori, come qui oggi a Le Padovanelle, per uno scambio anche di tradizioni che non possono essere disconosciute. Non è escluso ma comunque da valutare, per il futuro, un eventuale coinvolgimento del Comune di Padova”.
Il Calcio Storico Fiorentino è associato al CONI, con regole che riflettono quelle nel XIV secolo e gestite dal Maestro di Campo; 27 calcianti per squadra, senza limite di età; 50 minuti ininterrotti di giuoco per vincere il trofeo finale: una vitella Chianina consegnata direttamente (oggi virtualmente) dal Maestro di Campo.
Firenze, scorso giugno, biglietti tutti esauriti in circa un’ora dalla vendita; 30 giugno: disputata la finale tra Bianchi e Verdi, 4400 spettatori in Piazza Santa Croce: Bianchi 4 cacce e mezzo, Verdi mezza caccia.
Padova, 18 luglio 2015, prima rievocazione amichevole del Calcio Storico Fiorentino: circa 600 persone per una partita al cardiopalma.
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