Il dibattito sull’identità e il futuro dell’Unione Europea si arricchisce di un nuovo capitolo, con la posizione espressa dalla premier Giorgia Meloni e dai rappresentanti di Fratelli d’Italia riguardo al Manifesto di Ventotene. Il documento, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, è stato a lungo considerato il fondamento dell’idea di un’Europa unita. Tuttavia, secondo i parlamentari di Fratelli d’Italia, esso rappresenta una visione superata e non più attuale per la costruzione della nuova Europa.
Il senatore Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, sottolinea come il Manifesto di Ventotene non debba essere considerato un dogma intoccabile: “Il manifesto di Ventotene non è il Vangelo. Si può criticare senza incorrere nel delitto di leso antifascismo e bene ha fatto il presidente Giorgia Meloni a ricordare che l’Europa che prefiguravano i suoi ideatori non può essere la nostra Europa. Sia perché ispirato alla ideologia socialista del secolo scorso, superata dalla Storia, sia perché affermava che la democrazia si può imporre con la violenza, sia perché chiedeva la sostanziale abolizione della proprietà privata. Ma soprattutto perché sosteneva la cancellazione degli Stati nazionali, cioè l’opposto dell’Europa delle Nazioni auspicata da De Gaulle e nella quale credono i patrioti italiani ed europei”
Sulla stessa linea la senatrice Cinzia Pellegrino, componente della Commissione Politiche Europee, che evidenzia l’unità della maggioranza su questi temi: “La premier Meloni ha confermato in Senato e alla Camera, nelle sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo, che il centrodestra è compatto e coeso e ha saputo spiegare le ragioni che portano il governo italiano ad appoggiare il piano di difesa di Bruxelles. Chi sperava, nell’opposizione, di trovarsi di fronte una maggioranza divisa e litigiosa, è stato fermamente smentito dal voto unanime sulla mozione a Palazzo Madama e dall’unità dimostrate anche e soprattutto in queste due ultime sedute parlamentari. Serve una nuova visione dell’Europa, non certamente quella di Ventotene, superata non solo dalla Storia ma anche dal buon senso, ed il cui unico sforzo è incitare ad andare oltre gli Stati nazionali, così da cancellare definitivamente le unicità dei popoli. Popoli e Stati che per troppo tempo sono stati vessati da una burocrazia che ne ha destrutturato l’economia e che invece sono i capisaldi dove questa Unione dovrebbe poggiare, tutelandone gli interessi. Avanti tutta, oltre Ventotene e oltre ogni rigurgito di iper regolamentazione e cessione di sovranità non necessaria, perché, se l’Europa non ritrova la sua identità e la sua anima, non sopravviverà”
Anche il senatore Andrea De Priamo invita a una rilettura critica del Manifesto: “Un conto è riconoscere che il manifesto di Ventotene fu un documento prodromico della volontà di un’Europa unita, altro è dire che quel manifesto era alla base di una visione democratica e liberale. Al contrario, i redattori del documento sognavano un’Europa socialista, soprattutto in un’epoca in cui l’Italia, dopo la dittatura fascista, rischiava – anche per volontà dei comunisti nostrani – di diventare l’ultima striscia di Europa annessa al disciolto impero sovietico. Il manifesto di Ventotene va studiato, analizzato e contestualizzato, senza farne un feticcio o un simbolo da usare oggi. L’Europa che vogliamo è un’Europa libera, democratica, coesa e equa, che si concentri sulle cose importanti e rispetti le identità nazionali. Le affermazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non solo sono corrette, ma smascherano coloro che, senza averlo mai letto, sbandierano il manifesto di Ventotene come una pseudo carta fondamentale per una democrazia europea, sbagliando!”.”
Ancora più netta la posizione del vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Raffaele Speranzon, che accusa la sinistra di strumentalizzare Ventotene per promuovere un modello di società incompatibile con i principi liberali: “Giorgia Meloni, denunciando i valori illiberali del manifesto di Ventotene, è stata sublime. Quel documento proponeva un modello sovietico di società, intriso di socialismo reale e rivoluzionario. L’europeismo utopico di Ventotene piace tanto alla sinistra perché ‘si superano gli Stati nazionali’ e noi ben sappiamo quanto grande sia il disprezzo da parte di certa sinistra nei confronti dell’Italia e dei suoi valori identitari, persino dai suoi simboli distintivi cominciando dal Tricolore. Quello di Ventotene era un documento contro la proprietà privata, frutto di un’ideologia totalitaria e fallimentare che nel 2025 dovrebbe essere stata bandita dall’arco parlamentare italiano e che, invece, viene rivendicata tristemente in queste ore dalla sinistra. Le parole della nostra premier sottolineano la profonda idea liberale, patriottica ed anticomunista che caratterizza l’azione di questo governo. L’essenza dell’Ue in cui crediamo è quella dell’Europa dei popoli, in cui tutti possiamo definirci davvero liberi. Un’Unione forte e coesa, ma che rispetti le singole peculiarità dei popoli che la incarnano.” Le dichiarazioni della maggioranza confermano una visione alternativa dell’integrazione europea, che contrasta con quella delineata nel Manifesto di Ventotene. Fratelli d’Italia propone un’Europa basata sul rispetto delle sovranità nazionali, sulla tutela delle identità locali e su una maggiore autonomia degli Stati rispetto alle istituzioni comunitarie. Un dibattito che si preannuncia sempre più centrale in vista delle prossime sfide politiche europee.