Nuove tensioni politiche infiammano il dibattito sull’Europa tra il governo Meloni e il Partito Democratico. Il tema del confronto è il Manifesto di Ventotene, documento fondativo del sogno di un’Europa unita, che la premier ha recentemente criticato, definendolo superato.
Alessandro Zan, esponente della segreteria nazionale del PD, ha attaccato duramente la posizione della Presidente del Consiglio: “Giorgia Meloni dice che l’Europa del Manifesto di Ventotene non è la sua. Non ci sorprende: la sua idea di Europa è quella liberticida di Orbán e delle destre reazionarie, che attaccano diritti e libertà. Lo dimostra ogni giorno con le sue politiche che restringono i diritti civili, attentano all’indipendenza della magistratura, minano la giustizia sociale e alimentano discriminazioni. L’Europa che noi difendiamo è quella di Ventotene: democrazia, diritti e integrazione. Meloni, invece, lavora per smantellarla”.
Alle critiche di Zan si è aggiunta quella di Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri della segreteria dem, che ha accusato Meloni di sfruttare il dibattito sull’Europa per mascherare le divisioni interne al centrodestra: “Pur di coprire le bordate di Salvini, Meloni arriva a irridere i padri della Patria e dell’Europa. Se oggi guida il governo di una Repubblica democratica, è grazie a loro, che dal confino fascista di Ventotene concepivano un sogno di libertà”.
Ancora più dura la posizione di Debora Serracchiani, che ha parlato di un gesto offensivo nei confronti della storia europea: “In un momento cruciale per il futuro dell’Europa, in cui l’Italia dovrà affrontare temi fondamentali come la protezione economica, le scelte di Trump e i conflitti internazionali, Meloni ha scelto di ridicolizzare la nostra Costituzione, la nostra storia e l’Europa stessa. Ha trasformato un documento simbolo della lotta contro il nazifascismo in una caricatura. Un atto vergognoso e privo di senso delle istituzioni”.
Il dibattito sull’Europa e sulle sue radici storiche si fa sempre più acceso. Da un lato, il centrodestra difende la necessità di un’Unione Europea che valorizzi le identità nazionali; dall’altro, il centrosinistra accusa il governo di voler riscrivere la storia per giustificare posizioni sovraniste. Una frattura politica che, con l’avvicinarsi degli appuntamenti elettorali, sembra destinata ad approfondirsi ancora di più.