Ottant’anni fa, nel tragico scenario della Seconda Guerra Mondiale, il partigiano Giacomo Prandina, noto con il nome di battaglia “Pierre”, veniva deportato nel campo di sterminio di Gusen-Mauthausen, dove trovò la morte per mano del regime nazista. Oggi, la sua memoria è stata onorata con una cerimonia di commemorazione che ha visto la partecipazione di autorità civili, associazioni e cittadini.
Prandina, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, è stato ricordato non solo come simbolo della Resistenza, ma anche come esempio di coraggio e determinazione per le generazioni future.
“Un momento intenso di riflessione e gratitudine per chi ha sacrificato la propria vita per la libertà. Il suo coraggio e il suo esempio – dichiara il senatore Antonio De Poli, presente alla commemorazione – restano vivi nella nostra storia e nelle nostre coscienze.”
L’evento non è stato solo un tributo alla sua figura, ma anche un’occasione per riflettere sull’importanza della memoria storica. “Ricordare persone come lui è essenziale per preservare la memoria storica e onorare il sacrificio di chi ha lottato per valori fondamentali come la giustizia, la libertà e i diritti umani. La sua figura – aggiunge il senatore De Poli – ci insegna l’importanza di non dimenticare il passato e di difendere sempre i principi della democrazia, soprattutto in tempi in cui questi valori possono essere messi in discussione.”
Dopo la cerimonia, è stato presentato il libro “Giacomo Prandina – Nome di Battaglia Pierre”, un’opera che ripercorre la sua storia con rigore storico e passione civile. Un racconto che restituisce voce a un uomo che ha affrontato l’orrore della guerra con dignità e determinazione, testimoniando il valore della Resistenza italiana.
“Ricordare è un dovere. Trasmettere la memoria – conclude De Poli – è un atto di resistenza”.
