Ha superato l’ultima operazione il piccolo Ahmed, 6 anni, arrivato a Padova la notte del 14 febbraio nell’ambito di una Medical Evacuation coordinata dall’Unità di Crisi della Farnesina e Protezione Civile.
Il bambino è ricoverato fin dal suo arrivo all’Ospedale di Padova, inizialmente nel reparto di Pediatria e poi nel reparto di Chirurgia Plastica , diretto dal prof. Franco Bassetto, dove si trova attualmente e dove viene curato con procedure innovative.
Saranno necessari ancora diversi interventi per portare il piccolo ad una guarigione completa.
Ahmed è attualmente in carico all’associazione “Padova Abbraccia i Bambini”, con il supporto della Prefettura e della cooperativa Orizzonti. La quotidianità della famiglia infatti è complessa, considerato che oltre ad Ahmed e alla sua mamma ci sono anche i due piccoli fratellini gemelli (Masak e Mohamed) che compiranno 4 anni il 15 marzo. È stato necessario attivare quindi un supporto e assistenza per i piccoli considerato che la madre deve essere presente in ospedale e seguire tutte le necessità della famiglia, dagli spostamenti alla spesa e a tutte le altre necessità. Il nucleo è ospitato presso la Casa Lucia Valentini Terrani, all’Arcella e per loro è già stata inoltrata alla Questura richiesta di asilo. I volontari dell’associazione PAB fin dall’arrivo hanno seguito e seguono quotidianamente la famiglia, ben capendo la fondamentale importanza di sentirsi accolti pur cosi lontano da casa.
Il Comune di Padova si è da subito reso disponibile a fare la propria parte. Oltre al supporto logistico, viene di nuovo messo a disposizione il conto corrente cui le padovane e padovani possono fare riferimento per supportare le cure e l’accoglienza in città di Ahmed e della sua famiglia. I bambini hanno risorse straordinarie e una capacità di adattamento incredibile, nonostante il vissuto di enorme dolore.
Con la campagna di sensibilizzazione svolta a settembre a favore delle due bambine arrivate da Gaza, sono stati raccolti oltre 8.000 euro in pochi giorni.
Una cifra straordinaria, che il Comune ha poi girato alla cooperativa Orizzonti, responsabile per la prefettura dell’accoglienza di entrambe e delle loro famiglie.
Ripercorriamo i loro primi mesi in città: l’accoglienza delle due famiglie palestinesi è stata resa possibile inizialmente grazie alla disponibilità dell’alloggio messo a disposizione della Parrocchia di San Bellino. Tale accoglienza è stata un esempio di solidarietà e sostegno comunitario in un contesto di evidente difficoltà delle famiglie, evidenziando la capacità di una comunità di rispondere a bisogni urgenti e complessi. Si è cercato di creare attorno alle famiglie
un clima sereno e sin al primo giorno l’impegno degli operatori di Orizzonti si è concretizzato sull’assistenza sanitaria quotidiana delle bambine e delle loro mamme, accompagnandoli all’ospedale di Padova per le necessarie cure fisioterapiche e riabilitative delle gravi lesioni presenti.
Successivamente per le due famiglie è stato possibile integrarsi gradualmente nella nostra città. La ripresa degli studi per Alaa non solo le ha offerto l’opportunità di apprendere la lingua italiana, ma ha rappresentato anche uno strumento di socializzazione e di costruzione di una nuova identità all’interno delle comunità. Alaa è stata iscritta al Liceo delle Scienze Umane e Lana nella scuola materna Gesù Maria.
Entrambe le famiglie, nel mese di ottobre, hanno avviato la richiesta di protezione internazionale e ora hanno il permesso di soggiorno e documento di identità.
Per quanto attiene le cure, effettuate anche per loro nel reparto di Chirurgia plastica del nostro ospedale, la piccola Zaina è stata sottoposta al secondo intervento al collo con ottimo esito, mentre Alaa sta continuando le sedute di fisioterapia per la riabilitazione. Oltre che da un punto di vista strettamente sanitario è fondamentale prestare attenzione allo stato emotivo della giovane Alaa, poiché la depressione e l’ansia sono reazioni naturali a esperienze così devastanti.
I fondi dei padovani sono serviti a coprire le spese scolastiche e sanitarie extra (ad esempio le costose placche in silicone per le ustioni) e garantiscono alle due famiglie una presa in carico costante e accurata.
“Sono certa che Padova saprà dimostrare ancora una volta il suo carattere più fraterno e solidale – commenta Margherita Colonnello, uscita dalla visita di saluto al piccolo Ahmed – il bambino e la sua famiglia portano una grande sofferenza ma, se sapremo stare al loro fianco, troveranno nuovamente la speranza. La solidarietà è importante perchè ci consente di far fronte alle spese che le prefetture non possono coprire. In questo senso, prima di tutto va nuovamente ringraziata l’Azienda Ospedaliera che, ancora una volta, sta svolgendo un servizio straordinario”.