La Camera di Commercio di Padova ha inviato una Pec (Posta Elettronica Certificata, con lo stesso valore della raccomandata a/r) ad ACC Padova – Associazione Commercianti del Centro con una “diffida alla rimozione e rettifica delle dichiarazioni denigratorie”, intimando inoltre l’astensione futura da condotte analoghe.
Questa comunicazione giunge a seguito di una conferenza stampa tenutasi lo scorso novembre, durante la quale ACC ha sollevato perplessità sulla gestione dei fondi pubblici destinati alle luminarie natalizie del centro storico. “La controversia ha avuto origine dalla decisione del Comune di Padova di dirottare 115 mila euro dalle casse comunali alla Camera di Commercio per la gestione di un bando destinato al finanziamento delle luminarie natalizie. La Camera di Commercio – dichiara Massimiliano Pellizzari, rappresentante della ACC – ha quindi redatto e pubblicato il bando, stabilendo che le associazioni di categoria istituzionali avrebbero potuto presentare fino a quattro progetti per un importo massimo di 40 mila euro ciascuno, mentre tutte le altre associazioni avrebbero potuto concorrere con un solo progetto per un massimo di 10 mila euro.” “ACC, da oltre un decennio protagonista nell’illuminazione natalizia del centro storico, contribuendo ad installare le luminarie natalizie in quasi tutto il centro storico, – puntualizza Pellizzari – stiamo parlando di più di 50 vie, abbiamo anche toccato quote di 70 nel 2021-22 se non erro”.
La decisione dell’associazione di non partecipare al bando è stata presa in seguito a una loro valutazione approfondita che ha evidenziato come la partecipazione, a loro dire, avrebbe imposto di selezionare solo alcune vie del centro, solo 5 o 6, discriminando inevitabilmente numerosi commercianti. Tale criterio è stato ritenuto inaccettabile, poiché avrebbe minato il principio di equità e inclusione alla base delle iniziative promosse dall’associazione.
Durante la conferenza stampa, ACC ha espresso con fermezza il proprio punto di vista, sottolineando come il bando predisposto dalla Camera di Commercio abbia di fatto favorito i commercianti associati alle associazioni di categoria istituzionali, relegando tutti gli altri a una condizione di inferiorità. “Ribadiamo che il bando era discriminatorio – incalza Pellizzari – e non possono esistere commercianti di serie A e serie B“. Inoltre Pellizzari ha evidenziato che l’osservazione fatta da ACC rappresenta una legittima critica politica, esercitata in maniera civile e nel pieno rispetto del diritto di cronaca.
ACC ha deciso di rendere pubblica la Pec ricevuta, definendone il contenuto gravissimo in quanto rivolto contro gli stessi iscritti alla Camera di Commercio. Pellizzari ha evidenziato come i commercianti, in qualità di titolari di partita IVA e contribuenti del diritto camerale, si aspettino dall’ente un ruolo di supporto per lo sviluppo economico e la valorizzazione del territorio, anziché azioni repressive nei confronti delle voci critiche. “Non rettifichiamo alcuna dichiarazione”, aggiunge Pellizzari, confermando ogni parola pronunciata durante le conferenze stampa di novembre e dicembre. “La nostra critica non ha mai riguardato la regolarità formale del bando, bensì la scelta politica alla base della sua impostazione. Inoltre, ci risulta che l’esito del bando abbia lasciato l’80% delle vie del centro storico senza luminarie, privando così la città di un’importante attrattiva natalizia.”
ACC si è dichiarata pronta ad ammettere eventuali errori, qualora vi fossero, ma ha ribadito con fermezza che in questo caso “le osservazioni sono state mosse nel pieno rispetto del diritto di critica e della libertà di espressione, principi fondamentali in uno stato democratico. Auspichiamo che la Camera di Commercio possa tornare a svolgere un ruolo di supporto e valorizzazione dell’economia locale, – conclude Pellizzari – promuovendo politiche inclusive e trasparenti per il bene della città e dei suoi cittadini.”
La diffida Pec a Pellizzari è stata inviata da un noto studio legale di Padova. Nella Pec è evidenziato che i legali hanno ricevuto mandato dalla loro assistita a procedere con ogni più opportuna iniziativa, anche giudiziaria, in ogni sede, ivi inclusa quella penale.
Una raccomandata di “diffida alla rimozione e rettifica dei commenti denigratori e all’astensione per il futuro da condotte denigratorie” è stata inviata a dal medesimo studio legale alla nota signora padovana Adina Agugiaro, oggi ottantenne e già docente di scuola Media sino all’83, anno in cui ha ottenuto una seconda laurea in Psicologìa presso l’Università di Padova. La signora Agugiaro, giornalista pubblicista, dal 1999 ha scritto come opinionista sul Mattino di Padova, Nuova Venezia e Tribuna di Treviso.
La diffida alla Agugiaro è stata inviata, secondo lo studio legale, per avere denigrato la CCIAA di Padova a mezzo social network ed in merito a una pubblicazione definita la “volgarità dell’allusione” avendo ella scritto di non volere essere “derubati del Natale”. Parte del post incriminato, riportante il presunto furto del Natale, cita “Il comune dà l’incarico di occuparsene alla Camera di Commercio, che distribuisce la somma ad Ascom e Confesercenti e lascia le briciole ad una terza associazione padovana, più piccola come struttura ma responsabile delle luci del centro, le più importanti della città. Protesta il povero presidente: come fare? Care istituzioni e cari ‘alti dirigenti’: da poveri eppur attenti cittadini che siamo, vorremmo che non ci derubaste del Natale.”