Il progetto del tram SIR3 a Padova continua a far discutere e, soprattutto, a sollevare preoccupazioni tra i cittadini. L’incontro pubblico di ieri ha messo in luce numerose criticità che l’Amministrazione comunale sembra affrontare talvolta a fatica con risposte non sempre chiare per i residenti presenti.
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Uno dei temi più allarmanti emersi riguarda il condominio di via Mocenisio, dove le camere da letto di alcuni condòmini sono a soli 2,5 metri dalla linea del tram. Non essendo stata fatta una verifica strutturale sull’edificio, né prima né durante i lavori, potrebbe lasciare spazio a forti interrogativi sulla sicurezza degli edifici, sugli eventuali danni e sulla vivibilità futura per i residenti.
Su espressa preoccupazione di alcuni presenti, in merito alla silenziosità del tram a pochi metri dalle abitazioni, le risposte a giustificazione della silenziosità del mezzo non sembrano avere tranquillizzato e molti presenti hanno manifestato un senso di scetticità in merito. Il passaggio così ravvicinato alle abitazioni lascia prevedere vibrazioni, rumori e potenziali disagi continui per i diretti interessati.
Uno degli aspetti più critici riguarda la viabilità del quartiere Voltabarozzo, già messa a dura prova dai lavori. In via Zacco, il traffico è ormai fuori controllo, le auto la percorrono a grande velocità con il rischio che vengano investiti passanti o cozzino contro le auto uscenti da giardini e strade che la attraversano. Parcheggi selvaggi con necessità di intervento della Polizia Municipale, su richiesta dei residenti che talvolta faticano ad entrare nelle vie di abitazione come di fronte a Via Alessandro Contarini, Via Francesco Erizzo e non solo. Via Zacco, a seguito di installazione di paletti per proteggere proprio l’immissione dalle strade e proteggere maggiormente i pedoni, si è trasformata in una strada larga quanto una utilizzabile a senso unico. Non solo, Via Zacco, provenendo dai piedi del ponte di Voltabarozzo è accessibile, come da cartello stradale, solo ai residenti e frontisti ma si trasforma in una autostrada negli orari mattutini e pomeridiani “di punta”.
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Via Zacco è ormai una sorta di disagio veicolare sia per gli automobilisti sia per molti residenti. Un accenno è stato fatto in merito alla possibile riapertura dei lungargini per Pasqua, ma ad oggi il condizionale è d’obbligo.
L’incontro pubblico di ieri a Voltabarozzo, in alcuni momenti, ha messo in evidenza anche un apparente imbarazzo dell’Amministrazione, a volte non capace di fornire appieno risposte maggiormente concrete ai cittadini. L’assessore alla mobilità Andrea Ragona sembrava in difficoltà. In particolare, Ragona ha preferito passare più volte la parola all’Ing. Diego Galiazzo, (dirigente Aps Holding, mandataria del progetto) delegando al tecnico la risposta a domande più “spinose”. Un atteggiamento che ha lasciato molti con la sensazione di una sua mancanza di preparazione nei dettagli e conoscenza di Voltabarozzo e dei luoghi interessati dai lavori per il SIR3.
Uno dei pochi elementi di certezza è stata la conferma che il bus 16 rimarrà attivo, “una magra consolazione”, dichiara un residente presente in sala, “per chi si aspettava risposte più incisive sulle criticità del progetto e sulla gestione del traffico cittadino”.
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Il tram SIR3 sembra, passi l’ironia, il simbolo di un’urbanistica calata dall’alto, senza un confronto “in strada” con chi vive il quartiere quotidianamente. Crescono alcuni dubbi su un’opera che, invece di migliorare la mobilità, potrebbe rischiare di trasformarsi in una fonte permanente di disagi e di conflitti tra cittadini e Amministrazione. L’augurio è che non sia così, ma ascoltando i residenti, non solo in sala ieri, molti che il SIR3 lo “adoravano” ebbene oggi iniziano a vederlo come un mezzo forse non proprio ideale per Padova o almeno per Voltabarozzo.
Sarà davvero il progresso quello che si sta costruendo a Padova? Oppure il tram SIR3 si rivelerà l’ennesima infrastruttura “imposta”, costosa e con benefici inferiori ai sacrifici richiesti? I cittadini chiedono risposte. L’amministrazione, per ora, offre promesse.
Era presente anche Liliana Gori, presidente dell’Associazione No Rotaie di Padova.
Ironicamente, come mai anche lei tra il pubblico questa sera?
“Ieri sera ero presente, non tanto per i dettagli del progetto che ben conosco, ma soprattutto per ascoltare le domande dei residenti che a suo tempo si dichiaravano entusiasti. Alcune domande erano importanti quali quelle per sapere se ci saranno muri antirumore a protezione dei condomini e delle abitazioni più piccole. Si consideri che alcuni residenti hanno le camere da letto a 2,5 metri dalla linea, ovvero dove passeranno i mezzi di andata e ritorno dalle 6 del mattino a mezzanotte. E’ stato loro assicurato che il tram è silenzioso e che non ci saranno barriere antirumore. In questo caso, personalmente, nutro molti dubbi sulla esattezza di queste risposte poiché abbiamo bene evidente quanto “non proprio silenzioso” sia l’attuale linea SIR1 da ben 18 anni.”
E’ stata fatta presente la necessità di maggiore sicurezza, se non erro.
“Alcuni residenti delle vie attraversate dalle piste metrobus (Nani, Monegario, Mocenisio, Zacco, Michiel) chiedono che provvedimenti verranno presi per l’uscita in sicurezza dalle loro vie, visto che sono abitate anche da molti anziani, bambini e disabili. La risposta è stata che vedranno in secondo momento come agire (quindi non previsto per ora), eventualmente metteranno dei segnali luminosi”
C’è un argomento che potrebbe avere lasciato alcune perplessità?
“Si certo, ad esempio una grande perplessità è sulla nuova pista ciclabile, che da via Zacco sale sul lungargine Sabbionari, prevista per raggiungere il ponte di Voltabarozzo senza utilizzare l’attuale ciclabile protetta sulla Piovese. Questa nuova rampa ciclabile ha dei blocchi di cemento abbastanza distanziati da far passare agevolmente anche scooter e moto e da molto tempo viene utilizzata come scorciatoia per raggiungere la zona industriale. Ieri sera, alla richiesta di alcuni residenti di mettere dei paletti per impedire queste tipologie di mezzi sulla ciclabile, è stato risposto che non sarà possibile perché devono passare anche le cosiddette “cargo bike”. Quante cargo bike ci saranno in zona tali da impedire l’installazione dei paletti e fermare l’utilizzo alle moto sulla ciclabile?
E’ stato sollevato il problema dei semafori sulla principale via Piovese. In meno di un chilometro saranno installati 6 o 7 semafori che, come è prevedibile da chiunque, non aiuteranno la viabilità locale e di attraversamento. Siamo preoccupati per la loro sincronizzazione poiché dovrebbero, dicono, evirare ingorghi senza fine. E su questo sono rimaste davvero grandi e molte perplessità, basti pensare alla linea SIR1 che non sembra avere risolto i problemi di traffico e non solo. Trattore escluso, per ora.”
Mi sembra di avere ascoltato domande anche definibili quasi “futili”, le risulta?
“Purtroppo si, altre domande erano veramente futili se pensiamo che ben otto anni non sono bastati per informare adeguatamente i cittadini. Mi spiego meglio, alcuni residenti erano convinti che il SIR3 raggiungesse lo stadio Euganeo. Altri pensavano di utilizzare il mezzo già da quest’anno, cosa impossibile visto che i cantieri sono ancora da completare e che saranno necessari alcuni mesi per un collaudo a vuoto nonché altre messe a punto. Se ne parlerà per la fine del 2026.”
Parcheggi e posti auto?
“I parcheggi attuali e gratuiti sotto il cavalcavia della tangenziale diventeranno a pagamento, come quelli nuovi del prossimo e nuovo capolinea a Voltabarozzo. Molti utenti, per risparmiare 1 euro al giorno o 10 euro al mese, potrebbero parcheggiare nelle vie adiacenti alle fermate, come già accade lungo via Guizza-Pontevigodarzere. Prevedo un gran lavoro del carro attrezzi. Nel frattempo ci troviamo cantieri che non permetto o non permetteranno l’accesso ai propri passi carrai e senza sapere esattamente quando verranno liberati. Per concludere, tutto ciò che abbiamo noi dichiarato, prima come Comitato No Rotaie e poi come Associazione No Rotaie di Padova, si sta palesando nella forma peggiore per chi abita o lavora o attraversa Voltabarozzo. A parte l’entusiasmo iniziale di pochi che immaginano, inizialmente, di potere raggiungere direttamente il centro storico, faccio presente che non lo è se prima non si arriva alla stazione dei treni per poi cambiare mezzo per arrivare finalmente in centro città. Torneranno poi, finita l’ubriacatura tramviaria, all’auto?”