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Il governo guidato da Giorgia Meloni continua a tracciare una linea netta sulla gestione dell’immigrazione, puntando su sicurezza, legalità e contrasto ai trafficanti. Al centro del dibattito politico si trova il protocollo siglato con l’Albania, un accordo che, secondo l’esecutivo, rappresenta un modello innovativo per gestire i flussi migratori e restituire agli Stati il controllo effettivo dei propri confini.
La senatrice di Fratelli d’Italia, Simona Petrucci, ha ribadito il sostegno alla strategia dell’esecutivo, sottolineando la necessità di un cambio di passo rispetto alle politiche migratorie del passato. “Il protocollo con l’Albania è un modello innovativo per rafforzare sicurezza e legalità, contrastando i trafficanti e restituendo agli Stati il controllo dei confini”, ha dichiarato.
L’intesa tra Roma e Tirana prevede la realizzazione di centri di accoglienza e identificazione in territorio albanese, dove verranno trattenuti i migranti soccorsi in mare dalle autorità italiane. Si tratta di una misura che punta a snellire le procedure di accoglienza e rimpatrio, limitando la pressione sulle strutture italiane e accelerando l’espulsione di chi non ha diritto alla protezione internazionale.
Il governo difende la scelta come un’azione concreta per contrastare l’immigrazione irregolare, mentre parte dell’opposizione e alcuni organismi europei sollevano dubbi sulla compatibilità dell’accordo con il diritto internazionale e con le normative dell’Unione Europea.
L’iniziativa italiana si inserisce in un più ampio contesto di ridefinizione delle politiche migratorie europee. In questo quadro, Meloni e il suo governo ritengono necessario aggiornare la Direttiva Rimpatri del 2008, rendendo più rapide ed efficaci le espulsioni dei migranti irregolari.
“La sicurezza delle nostre comunità viene prima di tutto”, ha affermato Petrucci, evidenziando che l’Italia sta lanciando un segnale forte all’Europa: chi rispetta le regole deve essere tutelato, chi le viola deve essere rimpatriato senza esitazioni.
L’intesa con l’Albania è destinata a rimanere al centro del dibattito nei prossimi mesi. Mentre il governo esalta l’accordo come una svolta innovativa, le forze critiche mettono in guardia sui possibili rischi giuridici e umanitari. La Commissione Europea sta valutando la compatibilità del protocollo con le normative comunitarie, e non è escluso che possano emergere ostacoli legali.
Nel frattempo, l’esecutivo Meloni continua a spingere per un approccio più rigoroso sulla gestione delle frontiere, ritenendo il protocollo con l’Albania un esempio per tutta l’Europa. L’obiettivo dichiarato è chiaro: porre fine al “lassismo” e affermare il principio secondo cui la gestione dell’immigrazione deve tornare sotto il pieno controllo degli Stati sovrani.