Editoriale di Gori Claudio
Facciamo il punto della situazione, ad oggi, sullo stato dei fatti in merito alle voci di corridoio sui papabili candidati per la presidenza della Regione del Veneto, senza trascurare l’andamento nazionale a livello governativo e politico-sondaggistico. Il nuovo sondaggio di Euromedia Research fotografa l’attuale scenario politico italiano, con Fratelli d’Italia che consolida la sua posizione di leader al 31,5%, mentre il Movimento 5 Stelle (M5S) e il cosiddetto “campo largo” mostrano segnali di debolezza. Questa dinamica non solo influenza il panorama nazionale, ma potrebbe riflettersi sulle prossime competizioni elettorali regionali, inclusa quella per la presidenza del Veneto per la quale la Lega appare “forzare” la ricandidatura di Luca Zaia.
Con il 31,5%, Fratelli d’Italia si conferma il partito di riferimento in Italia, trainato dal consenso verso l’operato del Governo guidato da Giorgia Meloni. L’Italia è diventata un modello da seguire anche in Europa e, nel contesto Veneto, questo rafforzamento potrebbe tradursi in un vantaggio competitivo per un candidato di FdI alla presidenza regionale, alimentando l’ipotesi di una sfida interna al centrodestra per la leadership del territorio. Sfida che appare già avviata, sebbene tra una smentita e l’altra lasciano “bruciare” i nomi di alcuni papabili. Non tutti bruciati, alcuni potrebbe essere i veri candidati presidente ma con molte criticità e schieramenti di partito che potrebbero irritare i rapporti tra Meloni, Salvini e Tajani.
Il calo del M5S potrebbe indebolire le possibilità del movimento di presentare un candidato forte e credibile per il Veneto, una regione storicamente lontana dal profilo elettorale del Movimento. Giuseppe Conte dovrà affrontare la sfida di ricostruire il consenso, anche nella prospettiva di alleanze strategiche con il Pd e altre forze progressiste. Nel frattempo Beppe Grillo sembra avere accusato il colpo di Conte, quest’ultimo ha vinto su tutta la linea mettendo alla porta il comico e cabarettista italiano. Il M5S dovrà impegnarsi molto o in Veneto si presenterà un conto salato.
Le difficoltà del “campo largo” si riflettono anche sul futuro delle elezioni regionali. Il Partito Democratico, pur rimanendo il principale riferimento del centrosinistra, fatica a consolidare un’alternativa valida nel Veneto, dove il centrodestra è storicamente dominante. La mancanza di una strategia chiara e di un candidato riconoscibile potrebbe ulteriormente penalizzare la coalizione. Ma sembra che i lavori siano in corso, un cantiere che dovrebbe trovare maggiori sinergie e impegnare un significativo investimento economico per propaganda elettorale e logistica territoriale.
Fare previsioni oggi è un azzardo ma l’azzardo fa parte del gioco, sia politico sia giornalistico e oggi voglio osare. In vista delle elezioni regionali, la candidatura per la presidenza del Veneto potrebbe vedere diverse figure emergere, sia nel centrodestra che nel centrosinistra:
Fratelli d’Italia – Fratelli d’Italia, in crescita costante sia a livello nazionale che locale, potrebbe cogliere l’occasione delle prossime elezioni regionali in Veneto per proporre un proprio candidato alla presidenza. Questo sarebbe un passo importante per consolidare il proprio peso nella regione, storicamente dominata dalla Lega, e per rafforzare la leadership del partito nel centrodestra. Alcune ipotesi sui possibili candidati?
Luca De Carlo, senatore di Fratelli d’Italia e figura molto vicina a Giorgia Meloni, è uno dei principali riferimenti del partito nel Nordest. Conosciuto per la sua attenzione alle questioni legate alla montagna e allo sviluppo locale, potrebbe essere una scelta strategica per consolidare il consenso di FdI nelle aree rurali e alpine del Veneto.
Raffaele Speranzon, senatore e già consigliere regionale è una figura in ascesa nel partito. Speranzon è considerato una delle giovani promesse di FdI in Veneto e non solo. Ha dimostrato capacità amministrative e politiche significative, e la sua candidatura potrebbe rappresentare una scelta di rinnovamento per il partito, puntando su un volto capace di crescere durante la campagna elettorale. Non è trascurabile il rapporto tra Speranzon e Giorgia Meloni in ottica di massimo rapporto di fiducia dovuta alla loro militanza politica comune e di lungo percorso.
Un volto nuovo della società civile per FdI? Potrebbe anche decidere di sorprendere puntando su una figura non strettamente politica, magari proveniente dal mondo dell’imprenditoria, della cultura o della scienza. Un profilo di questo tipo potrebbe attrarre elettori moderati e rafforzare l’immagine del partito come forza di governo inclusiva e competente. In questo caso si innescherebbero litigi interni e ulcere per le quali non sono prescrivibili efficaci antibiotici o acidi-soppressori.
Al di là di tutto, l’eventuale candidatura di un esponente di Fratelli d’Italia per la presidenza del Veneto potrebbe aprire nuove dinamiche all’interno del centrodestra. La regione è tradizionalmente un feudo della Lega, e la scelta di FdI di proporre un proprio nome potrebbe generare tensioni con gli alleati, soprattutto se Luca Zaia non fosse in corsa per un terzo mandato. Tuttavia, con il forte consenso attuale del partito, Giorgia Meloni potrebbe decidere di giocare questa carta per rafforzare la presenza del partito in una regione chiave. La decisione finale dipenderà dall’equilibrio politico nella coalizione e dalla strategia di FdI nel posizionarsi come forza dominante anche a livello locale.
Lega – Nonostante i vincoli di mandato, la figura di Zaia rimane centrale nel dibattito politico regionale. Se la questione del terzo mandato dovesse trovare una risoluzione favorevole, Zaia potrebbe essere nuovamente il candidato naturale per il centrodestra. Ma il Premier Meloni sembra avere già bocciato questa possibilità. Tuttavia, se impossibilitato a ricandidarsi, potrebbe giocare un ruolo di kingmaker, favorendo un successore all’interno della Lega o dell’alleanza con FdI. Raramente ci cita un personaggio della Lega e, a mio giudizio spendibile al di là sei soliti noti: Francesco Calzavara, attuale assessore regionale. potrebbe emergere come candidato di punta, in particolare se il partito decidesse di capitalizzare il suo crescente consenso a livello nazionale e regionale. Ma prevedo lotte intestine e vendicatrici di stampo leghista ovvero resa dei conti tra correnti e potenziali nomine calate dall’alto. La politica è imprevedibile.
Forza Italia – È importante sottolineare che, nonostante la possibilità di candidare una figura autonoma, Forza Italia potrebbe optare per una strategia più pragmatica, sostenendo un candidato comune del centrodestra (probabilmente proposto da Lega o Fratelli d’Italia), per mantenere l’unità della coalizione. Tuttavia, l’eventualità di avanzare un proprio candidato potrebbe essere usata per aumentare il peso negoziale di Forza Italia all’interno della regione e nella politica nazionale. Il prossimo periodo sarà decisivo per comprendere se Forza Italia avrà intenzione di giocare un ruolo da protagonista o preferirà lavorare dietro le quinte per rafforzare l’unità della coalizione. Azzardiamo? Ecco alcuni nomi che potrebbero emergere, qualora il partito decidesse di puntare su una figura autonoma o di rafforzare il proprio ruolo negoziale all’interno della coalizione.
In primis Elisabetta Casellati. L’ex Presidente del Senato e attuale Ministro delle Riforme è una delle figure più rappresentative di Forza Italia a livello nazionale. Casellati, originaria di Rovigo e residente a Padova, ha un forte legame con il territorio veneto e una lunga esperienza politica. La sua candidatura potrebbe essere vista come un modo per rafforzare il peso di Forza Italia nella coalizione e offrire una figura di alto profilo per competere in una regione strategica.
Flavio Tosi? L’ex sindaco di Verona, attualmente tra le fila di Forza Italia, potrebbe essere un candidato interessante per il partito. Con una lunga esperienza amministrativa e un passato nella Lega, Tosi potrebbe attirare consensi sia da elettori moderati che da chi apprezza il pragmatismo amministrativo, soprattutto in una città strategica come Verona. Ma da euro parlamentare sarà difficile.
Roberto Marcato, nonostante sia attualmente vicino alla Lega, potrebbe avere il favore di Forza Italia per puntare su figure di rilievo che abbiano una forte esperienza amministrativa in Veneto. Marcato, assessore regionale allo Sviluppo Economico, potrebbe essere un’opzione nel caso in cui Forza Italia cercasse una figura trasversale in grado di raccogliere consenso nell’intero elettorato del centrodestra. E sassolini da togliere non mancano.
Forza Italia potrebbe anche decidere di puntare su una figura esterna al mondo strettamente politico, come un imprenditore di successo o un professionista radicato nel territorio. Questo approccio sarebbe in linea con la tradizione del partito di valorizzare personalità moderate e competenti per rappresentare gli interessi economici e sociali di una regione come il Veneto, cuore produttivo d’Italia. Ma sarà cosa ardua.
Partito Democratico – Nel centrosinistra, Alessandra Moretti, ex candidata alla presidenza del Veneto nel 2015 e attualmente europarlamentare, potrebbe tornare in gioco, anche se il risultato delle scorse elezioni evidenzia la difficoltà di competere contro una coalizione di centrodestra così radicata. Potrebbe essere la candidata sacrificabile, con una poltrona già occupata e senza rischio di perdita della seggiola. Alcuni nomi, coraggiosamente, potrebbero essere presentati da Padova salvo imprevisti che potrebbero indebolire la Giunta Giordani e, di riflesso, alcuni suoi assessori. Gli scioperi a gogo non la aiuteranno poiché in lei vedranno il partito che appare “sotto attacco” da parte di Maurizio Landini: un attacco propagandistico non direttamente al partito o alla Moretti ma al consenso da attrarre a se per una possibile candidatura a Roma. Landini assume un atteggiamento, almeno così appare recentemente, da ricerca del consenso politico più che sindacale e potrebbe (fantastichiamo, ma non molto) creare un suo “mondo non al contrario” da contrapporre al generale Roberto Vannacci. Vannacci è un parà e sa come cadere, se così fosse Landini dovrebbe valutare bene il “paracadute”.
Arturo Lorenzoni (Indipendente) – Lorenzoni, ex candidato del centrosinistra e indipendente, potrebbe rappresentare nuovamente una figura di sintesi per un’eventuale coalizione progressista, a condizione che si superino le divisioni interne al campo largo. Cos’altro dire o valutare sul fronte Lorenzoni? Poco e nulla, si è isolato in un terreno arido il cui consenso personale ritengo sia stato lasciato a se stesso.
Outsider del M5S – Il Movimento 5 Stelle potrebbe puntare su una figura nuova e meno connotata politicamente per cercare di recuperare terreno, magari con un candidato legato ai temi ambientali e sociali. Non è escluso un collegamento da una lista poiché con un partito sarebbe più vulnerabile e appetitoso, ad esempio, per la golosa Elly Schlein. Golosa e con un appetito vorace di consensi e voti nazionali come un ospite ad un banchetto nuziale, ma in Veneto potrebbe ritrovarsi a banchettare in un fast-food.
Italia Viva – Matteo Renzi oggi festeggerà i sui “primi” 50 anni e, instancabile e imprevedibile politicamente, dichiara “Oggi cinquantenne. Sono un uomo felice, con il cuore colmo di gratitudine. E ho ancora tanta, tanta, tanta voglia di giocare”. Politicamente non gli è mai mancata la voglia di giocare, ma i suoi giochi hanno lasciato spesso l’amaro in bocca a movimenti e partiti. Senza un apparentamento con il PD sarà un’impresa titanica e impossibile eleggere un suo candidato in Regione Veneto. Il coraggio a Renzi, ma anche la simpatica e ironica “faccia tosta”, non è mai mancato e chissà quale coniglio tirerà fuori dal cilindro durante il suo compleanno a Firenze. Con un pranzo in un fast-food assieme al PD potrebbe ricavare un menù da asporto per colmare l’iperfagia che potrebbe essere poi causa di diabete elettorale.
Il Veneto che Vogliamo – L’eventuale candidatura di Elena Ostanel alla presidenza della Regione Veneto sarebbe un segnale di rinnovamento e potrebbe rappresentare un’alternativa interessante nel panorama politico regionale. Ostanel, consigliera regionale e figura emergente della politica progressista, è nota per il suo impegno in temi sociali, ambientali e di sviluppo sostenibile, oltre che per la capacità di dialogare con il territorio e i movimenti civici. Lei potrebbe rappresentare una risposta al vuoto di leadership che il centrosinistra e il cosiddetto “campo largo” hanno faticato a colmare in Veneto. Il suo profilo è quello di una politica giovane, radicata nel territorio e capace di intercettare le esigenze di una società sempre più attenta ai temi dell’inclusione, dell’ambiente e della partecipazione civica.
Provenendo da un’area politica progressista e civica, Ostanel potrebbe tentare di raccogliere il consenso non solo degli elettori tradizionali del centrosinistra, ma anche di quegli elettori moderati e disillusi dalla politica, creando una coalizione trasversale che includa movimenti ambientalisti, associazioni locali e settori della società civile.
Personalmente considero l’eventuale candidatura di Elena Ostanel quale passo importante verso il rinnovamento del centrosinistra in Veneto. La scelta di una figura giovane e meno legata ai partiti tradizionali potrebbe attrarre voti dai più giovani e dagli elettori indecisi, rafforzando la credibilità di un’opposizione che, negli ultimi anni, è apparsa frammentata e poco incisiva.
Tuttavia, per avere successo, la consigliera dovrà affrontare sfide significative, tra cui la costruzione di una coalizione solida, la capacità di distinguersi dai candidati del centrodestra e la difficoltà di convincere un elettorato tradizionalmente orientato verso forze conservatrici. Se gestita bene, la sua candidatura potrebbe essere anche un esperimento politico capace di ridefinire i confini del centrosinistra in Veneto.
Attenzione, la politica è un’arena complessa, allo stesso tempo affascinante e spietata, caratterizzata da dinamiche imprevedibili e strumenti comunicativi straordinariamente incisivi. Questi possono rappresentare un vantaggio decisivo o, al contrario, determinare l’uscita di scena di potenziali candidati o amministratori locali di alto profilo.