Il mondo saluta James Earl Carter Jr. , ex presidente degli Stati Uniti, scomparso all’età di 100 anni. Carter, presidente USA dal 1977 al 1981, è ricordato non solo per il suo impegno politico ma soprattutto per il suo straordinario contributo come mediatore di pace, attivista umanitario e campione dei diritti umani.
Il presidente Joe Biden, in una nota pubblicata nel sito della Casa Bianca, ha dichiarato “Ordino che siano resi gli onori adeguati da parte delle unità delle Forze Armate agli ordini del Segretario della Difesa. Nomino inoltre il 9 gennaio 2025 come Giornata nazionale di lutto in tutti gli Stati Uniti. Invito il popolo americano a riunirsi quel giorno nei rispettivi luoghi di culto, per rendere omaggio alla memoria del presidente James Earl Carter, Jr. Invito le persone del mondo che condividono il nostro dolore ad unirsi a noi in questo solenne osservanza.”
Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, in un post di ieri pomeriggio su Truth Social ha dichiarato “Le sfide che Jimmy ha dovuto affrontare come presidente sono arrivate in un momento cruciale per il nostro Paese e ha fatto tutto ciò che era in suo potere per migliorare la vita di tutti gli americani. Per questo abbiamo tutti un debito di gratitudine nei suoi confronti”.
Nato nel 1924 a Plains, Georgia, Jimmy Carter è cresciuto in una famiglia modesta. La sua formazione come ingegnere navale e il suo servizio nella Marina Militare hanno plasmato il suo carattere disciplinato e pragmatico. Tornato nella sua città natale, ha intrapreso la carriera politica, diventando governatore della Georgia nel 1971 e distinguendosi per le sue politiche progressiste in materia di diritti civili.
Eletto in un periodo di profondi cambiamenti e sfide globali, Carter ha affrontato problemi complessi durante il suo mandato. La sua amministrazione è stata caratterizzata dalla crisi energetica, dall’inflazione crescente e dall’impasse della crisi degli ostaggi in Iran. Tuttavia, è stato anche sotto la sua guida che si sono raggiunti storici successi diplomatici, come gli Accordi di Camp David tra Israele ed Egitto nel 1978, un risultato che gli valse il Premio Nobel per la Pace nel 2002.
Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Carter si è dedicato a tempo pieno alle cause umanitarie attraverso il Carter Center, da lui fondato nel 1982. L’organizzazione si è distinta per il suo lavoro nella promozione dei diritti umani, nella lotta contro malattie come la malaria e il dracunculiasi, e nel monitoraggio delle elezioni in oltre 80 Paesi. La sua visione è sempre stata quella di un mondo più giusto e solidale, impegnandosi instancabilmente per alleviare le sofferenze dei più vulnerabili.
Carter è stato spesso descritto come un “presidente sottovalutato” ma un “ex presidente straordinario”. Il suo approccio onesto, la sua fede incrollabile nei valori democratici e il suo impegno per la pace hanno lasciato un segno indelebile nella storia americana e mondiale. “Non c’è nulla di più importante che contribuire al bene comune”, amava ripetere.
Durante la sua presidenza e negli anni successivi, Carter ha mantenuto un rapporto di profonda stima con l’Italia. Come presidente, ha collaborato strettamente con i leader italiani su temi legati alla NATO, rafforzando la partnership tra Stati Uniti e Italia in un periodo segnato dalla Guerra Fredda. Carter apprezzava l’importanza strategica e culturale dell’Italia, considerandola un ponte cruciale tra Europa e Mediterraneo.
In più occasioni, ha espresso il suo amore per l’arte e la cultura italiana, sottolineando il ruolo del Paese nella promozione dei valori democratici e nella costruzione di una società più equa. Il Carter Center ha collaborato con istituzioni italiane su progetti di salute globale e diritti umani, rafforzando un dialogo costante e fruttuoso. Il suo rapporto con il popolo italiano è stato segnato anche da visite private, durante le quali ha avuto modo di approfondire il legame personale con la storia e le tradizioni dell’Italia.
Jimmy Carter lascia la moglie Rosalynn, compagna di vita e di battaglie per oltre 75 anni, quattro figli e numerosi nipoti.