In un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, la Polizia di Stato ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata nel territorio catanese. Ventuno persone sono state arrestate dalla Squadra mobile di Catania e dal Commissariato di Adrano con accuse che spaziano dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione, dal traffico di stupefacenti alla detenzione illegale di armi, tutti reati aggravati dal fine di favorire il clan Scalisi, gruppo di riferimento nella zona.
L’ascesa al vertice del clan
Le indagini, iniziate nel luglio 2021, hanno consentito di ricostruire l’organigramma del clan. In particolare, gli investigatori hanno documentato come uno dei leader storici, scarcerato in quel periodo, abbia rapidamente ripreso il controllo del gruppo criminale, assumendo il ruolo di reggente. La sua leadership ha rafforzato la capacità operativa dell’organizzazione, che ha consolidato la propria influenza sul territorio.
Estorsioni e intimidazioni
Al centro delle attività del clan c’erano le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori locali, obbligati a versare il “pizzo” per evitare ritorsioni. Le indagini hanno portato alla luce numerosi episodi di danneggiamento e intimidazione nei confronti di chi si rifiutava di pagare. Questi atti di violenza e sopraffazione hanno creato un clima di terrore, soffocando l’economia locale e minando la serenità della comunità.
Traffico di droga e arsenale di armi
L’estorsione, tuttavia, non era l’unica fonte di guadagno del clan. Gli investigatori hanno scoperto un vasto traffico di cocaina e marijuana, gestito in modo capillare sul territorio. Il gruppo mafioso aveva approfittato del declino di un altro clan locale, indebolito da numerosi arresti, per imporsi prepotentemente nel mercato degli stupefacenti.
Per mantenere il controllo del territorio e difendere i propri affari, il clan Scalisi disponeva di un arsenale di armi, pronte all’uso in caso di conflitti con gruppi rivali. Questo dimostra la pericolosità e l’aggressività del sodalizio criminale, sempre pronto a ricorrere alla violenza per affermare il proprio dominio.
L’operazione
L’operazione che ha portato agli arresti è stata condotta con un imponente dispiegamento di forze. Oltre agli agenti della Squadra mobile e del Commissariato di Adrano, sono intervenuti gli equipaggi del Reparto prevenzione crimine, del Reparto mobile e della Polizia scientifica. Fondamentale è stato anche il supporto aereo fornito da un elicottero del Reparto volo etneo, che ha garantito la supervisione delle operazioni dall’alto.
Con questi arresti, lo Stato ha lanciato un messaggio chiaro: la lotta alla mafia continua con determinazione, e nessun territorio sarà lasciato alla mercé della criminalità organizzata. La speranza è che questo risultato contribuisca a restituire sicurezza e fiducia alla comunità di Adrano, duramente colpita da anni di sopraffazione mafiosa.