Intervista a Fabio Beltempo, segretario provinciale UGL UTL Padova
Con la collaborazione di Germana La Mantia
Segretario Beltempo, ad un mese dall’inaugurazione di Expo 2015, che bilancio possiamo trarre?
Mettiamo subito le cose in chiaro, non intendo puntare il dito così per partito preso o perché sono parte di coloro i quali il governo addita come i “gufi del non ce la farete mai“, non voglio gettare fango sulle potenzialità di crescita e sviluppo che l’Expo rappresenta per la nostra nazione, ed è proprio per non sprecare questa meravigliosa opportunità che non posso non denunciare e ignorare determinate logiche e anomalie.
Quali aspetti anomali ha riscontrato?
Di certo non si può negare che del progetto originario, approvato nel 2008 è rimasto quasi nulla, inizialmente si prevedeva la realizzazione di un grande orto botanico planetario, un polmone verde ricco di campi coltivati dai paesi di tutto il mondo, un meraviglioso sogno ecologista che si è trasformato in un freddo blocco di cemento e strade, con gare d’appalto che presentano luci e ombre.
Sta alludendo a gare d’appalto pilotate?
Che l’affare Expo 2015 facesse gola a tanti si era capito da subito, che le infiltrazioni della criminalità organizzata si siano insinuate nella gestione degli appalti e nella assegnazione di lavori imponenti era purtroppo prevedibile. In corso d’opera è emersa quindi la necessità di istituire la figura di un garante, di un Commissario unico che potesse vigilare sulla situazione.
Cosa che non ci ha fatto fare una bella figura all’estero, dimostrando ancora una volta che scandali, tangenti e corruzione sono parte integrante del sistema paese.
Paese purtroppo condannato ad un declino sociale e morale senza freno.
L’inaugurazione è partita tra mille polemiche e ritardi
I visitatori hanno varcato i cancelli tra cluster non terminati e operai all’opera, tra calcinacci e percorsi impraticabili. Padiglioni resi attivi solo il giorno dell’inaugurazione come quello della Lombardia che si è spento la sera stessa, giusto il tempo della visita delle istituzioni e delle interviste di rito.
Per non parlare di alcune aree difficili da raggiungere a causa della mancanza di indicazioni o perché dislocate vicine ad ingressi dai quali non passa nessuno. Da un lato quindi file interminabili e dall’altro ingressi deserti e mal concepiti.
Ingenti somme di denaro pubblico sprecato per lavori inutili come quel ponte nel quale possono accedere solo i taxi e che però nessuno utilizza per recarsi all’Expo. La maggior parte dei visitatori arriva con i mezzi pubblici, come si poteva non saperlo visto i problemi di viabilità per raggiungerlo?
Dove era lo Stato mentre Milano subiva devastazioni?
Inutile negarlo, la presenza dello stato è mancata, proprio perché ha permesso a centinaia di delinquenti – i più già conosciuti alle forze dell’ordine di tutta Europa – di raggiungere e devastare impunemente la città. Critiche e proposte vanno concepite diversamente e non con la violenza gratuita. Questo non può essere diritto a manifestare un dissenso, questa è violenza e devastazione vera e propria. Spaccare vetrine, incendiare auto e lanciare molotov contro le forze dell’ordine – che tra l’altro non possono reagire – non è ammissibile. Mentre l’unica cosa da segnalare è l’atteggiamento dei milanesi, pronti a rimboccarsi le maniche per ripulire la loro città e ridarle decoro.
Con i dati alla mano, possiamo parlare di flop?
Le aspettative erano altissime, le previsioni ufficiali si aggiravano intorno ai 4.000.000 di ingressi, ma al momento ne siamo tanto lontani. Siamo sotto i 2 milioni e la notizia viene confermata anche dai vertici, Giuseppe Sala ha dovuto ammettere i numeri poco incoraggianti non solo degli ingressi ma anche dei biglietti venduti. Mi auguro che con la stagione estiva la situazione possa migliorare, ma sbandierare successi inesistenti non serve proprio a nessuno e la verità è che si rischia di non arrivare a fare il pareggio di bilancio. La fiera chiuderà i battenti ad ottobre e se ci fosse la volontà di operare bene sarebbe una vera boccata d’ossigeno per la nazione.
Numerose le denunce di contratti anomali e sottopagati.
A fronte dei 70.000 posti annunciati circa 4.000 sono gli avviamenti in essere al momento, altro che trend positivo dell’occupazione. Contratti anomali sono stati riscontrati, soprattutto x lavoratori che operano nei padiglioni stranieri, con contratti al ribasso del 30% della normativa italiana, lavori pagati poco, male e privi dei più elementari servizi. Ma bisogna comunque accettare perché il lavoro manca e il pane bisogna comunque portarlo a casa ogni giorno.
La realtà è che nessuno ha alzato il velo su prevaricazioni e mancanza di onestà del sistema occupazionale che ruota attorno ad Expo.
“Nutrire il Pianeta: Energie per la Vita”, cosa pensa di questo slogan?
Ma se il tema è l’alimentazione del mondo e lo spreco delle risorse, che scelta ipocrita è quella di avere scelto Coca Cola e Mc Donald’s come sponsor ufficiali della manifestazione? E mentre a Milano va in scena il fasullo interesse per la biodiversità, in un’altra parte del pianeta si sta mettendo a punto un disegno secondo il quale il futuro dell’agroalimentare europeo è destinato a soccombere, chi ne trarrà vantaggio saranno i colossi americani che mirano a volere accaparrarsi uno dei mercati più produttivi: i sementi.
Settore che permette alle popolazioni di procurarsi cibo in maniera autonoma e all’insegna della biodiversità. Ciò che di sta tentando di fare è di appiattire ogni tipo di tipicizzazione dei prodotti per crearne invece una unica tipologia, che verrebbe privatizzata da multinazionali statunitensi. Gli Stati Uniti premono affinché si concretizzi il prima possibile il TTIP, trattato di libero scambio tra USA e Unione Europea, un libero scambio che annienterebbe però il mercato agroalimentare europeo. L’Europa, verrebbe inondata da merci americane prive dei controlli che ne attesterebbero la qualità e la biodiversità, prodotti geneticamente modificati potrebbero arrivare dunque sulle nostre tavole. con il beneplacito dei governi. La sana alimentazione a quanto pare interessa a pochi, ciò che conta è solo la fonte di guadagno che essa può produrre a discapito della popolazione mondiale che si ammala e si nutre in maniera omologata. Altro che sana alimentazione e celebrazione della biodiversità!