Definirla motocicletta sarebbe riduttivo: un capolavoro di tecnologia, potenza e imponenza che lasciano spalancati occhi e orecchie al suo passaggio: il testimone coinvolge tutti i sensi, l’utilizzatore concede ad essa una implacabile fiducia, traendo beneficio di sicurezza stradale e predisposizione al viaggio.
Harley-Davidson: libertà e stile di vita che traggono origine dal primo prototipo di bicicletta marciante realizzato nel 1902 nella baracca di legno dei tre fratelli Davidson in Milwaukee (U.S.A.): in principio Arthur Davidson (20 anni) e William Harley (21 anni), successivamente gli altri due fratelli Davidson. Il motociclismo muoveva i primi passi e molti giovani si cimentavano in innumerevoli realizzazioni ispirate sul nascere: passioni che successivamente sfoceranno in una delle industrie più fervide e appassionate al mondo. Sebbene molte furono le iniziative di giovani americani, ambiziosi e ingegnosi, solo una è probabilmente l’ufficiale concorrente della Harley-Davidson: la Indian che vide nel 1901 il suo primo prototipo realizzato su telaio ciclistico.
Le Harley-Davidson sono vendute al pubblico internazionale, alle forze di polizia e alle forze armate americane: per la Grande Guerra furono adottare circa 45.000 motociclette di cilindrata di 1.000 cm3. In soli dieci anni, dal 1907 al 1917, la produzione passò da circa 150 motociclette a decine di migliaia.
William e Arthur misero su strada un primo prototipo, vendendo tre unità; la data ufficiale di fondazione della Harley-Davidson risulta il 28 agosto 1903: iniziò la produzione in serie della motocicletta, oggi tra le più ambite al mondo, cavalcata da indistinti ceti sociali, accomunati da pellame indossato di marchiatura anch’essa di produzione e design Harley-Davidson: giubbotti, bandane, borse da moto e quanto di american style possa identificare simile stile di vita.
Impegnative cilindrate e robusti telai hanno visto la luce con maggiore frequenza dal 1906, anno in cui venne costruito il primo stabilimento produttivo che ancora oggi risulta essere la sede generale in Juneau Avenue. Il successo è sempre crescente, fino alla fondazione della Harley-Davidson Motor Company. Talmente di carattere e ambita che non mancarono imitazioni: tutt’oggi è un riferimento il cui design e tipologia motoristica sono imitati da case motociclistiche anche blasonate: fino agli anni 2000 Harley-Davidson tentò di brevettare l’inequivocabile rombo, ma dovette cedere: nonostante ciò, esso è udibile e riconoscibile a distanza, anche senza l’ausilio della certezza visiva.
Oggi è sufficiente indicare le iniziali, H-D, per comprendere l’universalità del marchio: H-D ha sviluppato modelli innovativi e commemorativi; le cilindrate vanno dai 700 cm3 (Flathead, 1929-1974) a 1,802 cm3 (Twin Cam, detto anche Fathead, 1999-2006). I modelli H-D sono suddivisi in famiglie: Harley-Davidson Sportster (dal 1952, della anche Sporty e tra le più vendute), Harley-Davidson Dyna Glyde (dal 1991, 1.690 cc dal 2012), Harley-Davidson Softail (dal 1984, tradotto Coda Soffice per le sospensioni orizzontali della ruota posteriore), Harley-Davidson Touring (dal 1941, caratterizzata dalla carenatura rigida, comoda per il lunghi viaggi e dotate anche di autoradio), Harley-Davidson V-Rod (dal 2011, con propulsore Revolution progettato in collaborazione con la Porche, nonostante H-D progetti tutti i suoi propulsori in casa) e Harley-Davidson CVO (Custom Vehicle Operations: modelli speciali prodotti in numero limitato).
Ogni Famiglia H-D raccoglie in seno modelli famosi ed altri meno noti alla massa, ma degni di attenzione particolare da parte degli appassionati motociclisti, anche di altre case produttrici. Oggi in Italia sono commercializzati 31 modelli: dalla 883 (famiglia Sportster) alla Fat Bob (famiglia Dyna), dalla Fatboy (famiglia Softail) alla Night Rod Special (famiglia V-ROD), dalla Road King Classic (famiglia Touring) alla CVO Street Glide (famiglia CVO).
Pellicole cinematografiche famose hanno utilizzato le Harley-Davidson in ambientazioni ed epoche differenti, lasciando il segno e un sogno per molti giovani che hanno tentato di imitare attori che hanno domato l’H-D durante le riprese: Easy Rider (road movie del 1969, con Peter Fonda, Jack Nicholson e Dennis Hopper di cui è anche regista), Harley Davidson and the Marlboro Man (1991, con Mickey Rourke in sella ad una FXR), Pulp Fiction (1994, prodotto da Quentin Tarantino e interpretato da John Travolta, Uma Thurman, Tim Roth, Samuel L. Jackson e Bruce Willis alla guida di una Harley Davidson FXR Super Glide) e molti altri di pari e non inferiore qualità e successo.
Una motocicletta d’elìte e casa costruttrice che può vantare uno dei più prestigiosi club internazionali che accomunano i soci da passione e orgoglio: l’H.O.G. ovvero Harley Owners Group, fondato il 27 gennaio 1983 ed oggi presente in più di 100 paesi.
Il 12 luglio 2008 la casa madre ha aperto il Museo Harley-Davidson in prossimità del centro di Milwaukee: 12.000 mq. narranti storie di persone ed esponendo collezioni di varia tipologia quali documenti rari, foto e filmati, 450 motociclette; vivibili le piazze Living the Legend e ammirabili l’architettura industriale dei tre edifici del museo.
H-D commercializza oltre 330.000 motociclette all’anno in tutto il mondo, oltre 9.700 dipendenti e il motore bicilindrico del 1909 V-twin, bicilindrico a V di 45 gradi e valvole laterali, ancora oggi adottato e perfezionato nel tempo.
Harley-Davidson, poesia inarrestabile.
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