Intervista di Gori Claudio
L’intervista ad Adina Agugiaro, nota giornalista padovana e donna di raffinata semplicità e autentica integrità di pensiero, nasce dalla necessità di portare alla luce tematiche di grande interesse pubblico e sensibilizzare i cittadini sui recenti sviluppi all’interno del Comune di Padova, soprattutto in merito all’utilizzo delle risorse pubbliche e ai tagli finanziari.
Attraverso le sue parole, Agugiaro lancia un appello accorato alla Giunta comunale e al sindaco Giordani, sollecitando un maggiore senso di responsabilità civica e un ritorno a valori fondanti come l’equità e il servizio alla comunità.
In un momento in cui i cittadini faticano a trovare un punto di riferimento saldo e trasparente, Agugiaro si fa portavoce delle preoccupazioni di una grande parte della cittadinanza che chiede chiarezza e un uso parsimonioso delle risorse pubbliche. Ecco le sue riflessioni, punto per punto.
D: Cosa l’ha spinta a scrivere un appello al sindaco Giordani riguardo agli stipendi della giunta comunale?
R: Colpita dalla comunicazione spesso cruda e dissonante delle locandine di molti giornali, mi è parso quasi doveroso e mi è venuta voglia spontanea, in un giorno dedicato alla riflessione come la domenica, di rispondere. I cittadini meritano di essere pienamente consapevoli di ciò che la Pubblica Amministrazione comunica, soprattutto quando quella comunicazione è destinata a chi dovrebbe essere protagonista del dialogo civico, non un semplice destinatario passivo.
Osservando la scena civica di Padova, emerge un tessuto sociale che comprende e intuisce i meccanismi politici che si celano anche dietro i messaggi ufficiali, una cittadinanza attenta e informata. Sarebbe saggio che questa Pubblica Amministrazione riconoscesse tale parte della comunità, che sa andare oltre la superficie, che sa “leggere tra le righe” e pretende di essere parte integrante dei processi decisionali che la riguardano. In cotanta crudezza nelle notizie di cronaca giovanile, ho dedicato attenzione a quella che sembrava essere una notizia più lieve e mi sono imbattuta in articoli locali che riportano di un attacco e di una anacronistica ribellione del sindaco Giordani contro i tagli ai finanziamenti pubblici, senza specificare però che si tratta di tagli spalmati su cinque anni. Questo aumento delle denunciate difficoltà economiche comunali mi ha portato a riflettere su come reperire fondi per Padova, e immediatamente ho pensato agli aumenti significativi di stipendio che la giunta ha applicato ai vertici comunali.
D: Qual è il suo punto di vista sugli aumenti degli stipendi deliberati?
R: Penso che in questo momento di tagli e difficoltà economiche, un aumento di stipendio per il sindaco, gli assessori e i funzionari apicali sembri inappropriato. Gli aumenti cumulano fino a oltre 500.000 euro annui, mentre i tagli lamentati dalla giunta ammontano a circa due milioni di euro all’anno. Mi sembra logico chiedersi se la Giunta non debba rinunciare a questi aumenti prima di gravare ulteriormente sui cittadini. Sono incrementi di stipendi eccessivi, tra l’altro tra la scelta di un minimo e massimo aumento mi risulta sia stato scelto l’aumento massimo economicamente consentito. La macchina pubblica, in tale modo, si evolve negativamente in qualcosa di Barocco e ridondante mentre è sempre più evidente la necessità di una gestione della res publica e del patrimonio in via oserei dire “rinascimentale” ovvero più equilibrata e ordinata. Il messaggio lanciato alla cittadinanza appare quasi irrispettoso in un periodo storico di grandi difficoltà, di esposizione alla crisi economica e culturale verso la quale non v’è una rinuncia, almeno da parte di chi è fortunatamente benestante e può vantare il privilegio di essere stato eletto o nominato.
D: Ha proposte per affrontare la situazione dei tagli senza aumentare il peso fiscale sui cittadini?
R: Credo che il costo di questa Giunta comunale sia caratterizzato da cifre considerevoli, che si aggiungono a un’organizzazione già ampliata con l’assunzione di un nuovo Direttore Generale, il cui ruolo può sovrapporsi a quello del Segretario Generale. Sicuramente, ridurre o cassare gli aumenti deliberati per l’inizio del 2024 sarebbe un primo passo. Questo permetterebbe di non gravare sui cittadini con nuovi balzelli, rispettando comunque la dignità del lavoro svolto dai membri della giunta. Mi auguro che qualcuno, dell’opposizione o meno, verifichi il costo della “macchina comunale”. Viene spontaneo riflettere che ai tempi dell’Amministrazione Zanonato, con le dovute rivalutazioni per adeguamento ai costi attuali, la città di Padova spendeva circa un milione di euro in meno di quanto non si stia facendo ora sotto Giordani. Un divario che invita a chiedersi come si sia arrivati a tale differenza e se davvero, nel nome dell’efficienza, sia stata garantita una migliore gestione delle risorse pubbliche.
D: Quali sono i suoi pensieri sull’opportunità di rinunciare allo stipendio, come suggeriva il candidato sindaco Peghin?
R: Sarebbe un atto significativo per il bene comune, soprattutto considerando le sfide finanziarie attuali. Lavorare per il bene comune, senza compenso, sarebbe un privilegio per chi è stato eletto dai cittadini e contribuirebbe a dare l’esempio in un momento di sacrificio per tutti.
Chi occupa posizioni privilegiate dovrebbe sentire la responsabilità di restituire qualcosa alla comunità, anche solo attraverso un servizio gratuito a beneficio della cittadinanza. Governare è un onore e, se si è in grado di affrontarlo senza oneri economici, il dovere morale di farlo gratuitamente diventa ancora più chiaro. I leader del periodo post-unitario italiano comprendevano bene questo concetto, servendo il pubblico con dedizione, almeno apparentemente, disinteressata. Governare è, senza dubbio, un’ambizione nobile, ma chi possiede già stabilità finanziaria deve cogliere l’opportunità di restituire, con generosità e senso del dovere, nonché essere grato per l’onore di rappresentare la collettività.
D: Qual è il suo obiettivo con questo appello?
R: Voglio sensibilizzare il sindaco Giordani e la Giunta sull’importanza di dare l’esempio in un momento così difficile per le casse comunali. Spero che questo consiglio possa essere recepito e portare a soluzioni più sostenibili, piuttosto che scaricare il problema sui cittadini.
Ho l’ambizione di stimolare la riscoperta dei valori eterni come impegno, dedizione e senso del servizio alla comunità, è essenziale per onorare e rispettare la fiducia ricevuta dai cittadini. Questi principi rappresentano l’ossatura sulla quale deve poggiarsi l’arte di governare, costituendo uno schema etico che ispira il bene comune. E, come fondamento di tutto, non può mancare la più rigorosa trasparenza: un dovere e un atto di rispetto verso ogni cittadino, a cui rendere conto con chiarezza e integrità.
Sindaco e assessori, ribadisco, devono sentirsi onorati di governare una città come Padova, ciò significa abbracciare la responsabilità di tutelare e promuovere un patrimonio culturale, storico e civico che ha radici profonde. Padova, con la sua Università tra le più antiche al mondo, i suoi monumenti Unesco, e una tradizione artistica che comprende figure illustri come Giotto e Galileo, rappresenta una comunità vibrante e ricca di storia. Governare questa città significa non solo amministrare il presente ma anche preservare e valorizzare un’eredità per le generazioni future. Ogni decisione qui ha un peso particolare, rispecchiando l’onore e la gratitudine di contribuire al benessere di una delle città più iconiche e amate d’Italia.