Editoriale di Gori Claudio
Tanto è vero che Italia e gli italiani hanno gran cuore e ospitalità, quanto per eccesso di tali virtù e pregi essa potrebbe orientarsi verso il baratro economico, asservendo la popolazione verso una probabile crisi di nervi: crisi che potrebbe evolversi verso una insofferenza con profughi o immigrati clandestinamente sbarcati a seguito di intervento di salvataggio in mare.
Il tema della immigrazione si presta a molte strumentalizzazioni, di carattere politico e di piazza: slogan pro e contro l’accoglienza (ma cosa è realmente l’accoglienza che scarifica oltremodo gli ospitanti?), scarso denaro pubblico messo a disposizione per affrontare emergenze di cui spesso è nota la fonte ma non la destinazione finale.
Cooperative gestite criminosamente, appartamenti concessi a titolo oneroso da privati e quindi apparentemente non per puro animo caritatevole, navi della Marina Militare Italiana che si spingono di fronte alle coste libiche per raccogliere esseri umani ammucchiati e seviziati dagli scafisti: potremmo proseguire con ulteriori crudeli avvenimenti.
In questi giorni assistiamo sempre più ad esseri umani raccolti e depositati dove capita, in stazioni o in centri di accoglienza gestiti anche da cooperative che non disdegnano il ricorso all’affitto di appartamenti o case private.
La stazione di Milano, città ospitante EXPO 2015 quindi vetrina promozionale dell’Italia nel mondo, è stata temporaneamente trasformata in un ostello della disgrazia: centinaia di persone depositate in una zona a contatto con viaggiatori che transitato dopo un arrivo e prima della partenza; una esposizione a pericoli costanti per i viaggiatori, considerando la presenza confermata di 30 casi di scabbia riscontrati in stazione durante il presidio sanitario. La Asl milanese prevede un aumento di casi di infezioni. Un ragazzo eritreo è stato urgentemente ricoverato all’ospedale Sacco per sospetta malaria. Assistere alle scene milanesi, in stazione e fuori di essa, lascia il cuore desolato e arrabbiato, impotente e privo di iniziativa: un ricovero umano a cielo semi-aperto che non dimostra civiltà e accoglienza bensì un raccogli e fuggi delle istituzioni in senso lato. Non è umanità, non è accoglienza: è impotenza autolesionista. L’augurio è che trattasi di breve stato dei fatti e non di merce in attesa di profitto come dimostrato da alcuni fatti recenti. Salvatore Buzzi e Massimo Carminati sono intercettati: si evince dai colloqui tra loro o con altri soggetti che c’è un forte coinvolgimento di politici al loro soldo, un business sull’immigrazione e accoglienza a mezzo cooperative colluse che rende molto più della droga. Mafia Capitale docet. Roma, città eterna a rischio commissariamento, con il giubileo alle porte.
Invasione o Accoglienza? Non è semplice distinguere. Oltre 56 mila sbarcati da gennaio, oltre un numero sconosciuto di morti affogati o per mano degli scafisti. L’accoglienza prevede spazi e dignità per gli accolti, non ammasso di uomini e donne, bambini e disperati ammalati allo sbando; non è data sapere la esatta provenienza di molti, la certezza della loro identità, stato della fedina penale in patria, mentre aumenta il rischio di accoglienza di terroristi e il costo sociale senza che l’Italia possa umanamente ed economicamente permettersi di affrontare da sola tale emergenza. Troppi anni per considerare tutto ciò una emergenza. L’Europa? Assente; alcuni stati in questi giorni stanno valutando la sospensione della convenzione di Schenghen, ma come detto l’altro ieri da Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, a RaiNews: “Sospendere Schenghen ora non avrebbe senso, perchè la Libia o la Tunisia non fanno parte di Schenghen”.
Austria, Inghilterra, Spagna e Francia hanno fatto chiaramente intendere che i profughi non sono bene accettati e che saranno respinti alla frontiera, rispediti al mittente ovvero in Italia. Il rischio esasperazione del popolo italiano è al limite; si assiste da tempo ad esternazioni quasi razziste e motivate, a loro dire, da un razzismo al contrario causato dallo Stato che provvede al supporto economico e abitativo a favore dei profughi, dimenticando le necessità primarie e di sopravvivenza degli italiani anziani, disabili, di coloro che hanno un reddito sotto la soglia di sopravvivenza, privi di un tetto e di un pasto. Viviamo quotidianamente lo stivale, la cui suola potrebbe calpestare una mina esplosiva i cui danni sono facilmente ipotizzabili: un rischio eccessivo che in futuro potrebbe non avere una cura adeguata.
Molte città sono chiamate ad affrontare l’emergenza sbarchi: profughi spalmati nell’intero territorio nazionale: Prefetti chiamati a dislocare, sindaci e cittadini intimoriti dagli effetti inaspettati dalla logistica distributiva. Non v’è più luogo esente da ospitalità: località balneari o turistiche che intravedono la minaccia di disdette di prenotazioni.
L’On. Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in un post di oggi scrive: “Eraclea Mare (Venezia): il Prefetto spedisce in un residence messo a disposizione da un privato circa un centinaio di immigrati. E lo fa, a quanto pare, all’insaputa del Sindaco che non ne era informato se non da notizie lette sulla stampa locale. Fratelli d’Italia è al fianco della comunità cittadina soprattutto in questi giorni di apertura della stagione estiva e perché questa situazione assurda rischia di mettere in difficoltà l’unica fonte di reddito località turistica della Costa Veneziana: il turismo. Al momento inoltre non è dato sapere o capire il tempo di permanenza dei profughi nella struttura. E questo non è accettabile”.
Pomeriggio dell’11 giungo, altro scenario: stazione Tiburtina di Roma. Folla di profughi sgomberati dalla polizia e spostati davanti ad un centro di accoglienza; stazione di Bolzano affollata da migranti: molti in attesa di raggiungere parenti o conoscenti nel Nord Europa, nonostante il trattato di Dublino che obbliga a fare richiesta di asilo nel paese di arrivo.
Possiamo ragionevolmente presumere che in Italia ci siano migliaia di migranti al momento vaganti senza fissa dimora, vagabondando dove capita e in attesa di una opportunità di viaggio per raggiungere i destinatari di loro interesse.
Luca Zaia, Presidente della Regione del Veneto, ieri ha inviato un documento ai Prefetti del Veneto in cui Egli dichiara: “Facendo mio lo sgomento di quanti mi hanno in ogni modo e in ogni dove manifestato la propria preoccupazione che una simile ridda di voci e di azioni possa determinare un effetto devastante sulla stagione turistica in corso […] sono a chiedere con la presente di provvedere allo sgombero con la massima urgenza di tutte le strutture ricettive e degli alloggi già occupati da immigrati nelle località turistiche e a desistere dal procedere a nuove allocazioni”.
Beppe Grillo, Movimento 5 Stelle, tre giorni or sono lasciava pubblicare nel suo blog quanto segue: “Nel frattempo l’Italia deve sospendere Schengen (almeno per qualche mese) che in Europa siamo tra i pochi a rispettare. La Germania ci ha forse chiesto il permesso? L’Europa ci sta lasciando nella merda, dobbiamo uscirne al più presto, prima che scoppino rivolte sociali e conflitti istituzionali. Ci sono mezzo milione di persone che stanno cercando di imbarcarsi… Toc, toc. C’è ancora un governo in questo Paese?”.
E’ evidente che il timore di uno strozzamento della penisola, senza possibilità di respiro, sia percepito trasversalmente da molti esponenti politici non sempre in accordo, ma ora accomunati dall’evidenza dei fatti.
Poche ore fa, il Premier Matteo Renzi, del Partito Democratico, dichiarava presso la sede della Regione Lombardia, che “Non si può pensare che la globalizzazione sia il pretesto per rinchiudersi. Nel mondo di oggi ci sono tanti che abbaiano alla luna, vivono sulle paure e pensano che l’unica dimensione sia chiudersi a chiave in casa. Non è così.” (fonte: redazione Ansa ore 19:45).
Poche ore fa l’UE ha lasciato percepire una sorta di scontro tra Commissione e Consiglio Ue, pensando ad un eventuale piano B; Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea dal 1 novembre 2014, è convinto che ciascun governo europeo debba ripartire le quote di accoglienza in modo solidale ed equo poiché il peso non può essere lasciato solo all’Italia oltre Spagna, Malta e Grecia.
Il metronomo della Commissione Europea e l’eventuale piano B della Ue seguano un battito spedito e costante, in attesa che Italia e Europa non siano due entità incompatibili. Nel frattempo la Francia sigilla i confini con l’Italia e l’immigrazione diventa un problema di ordine pubblico.