Una storia fondata sulla fedeltà e affidabilità da oltre due secoli costellati di onoreficenze e sacrifici. Narrarli tutti e nel dettaglio sarebbe impresa ardua ma esimersi dal ricordo sarebbe sacrilegio.
Torino, 20 maggio 1814: Vittorio Emanuele I, Re di Sardegna, di ritorno in Piemonte dopo l’occupazione Francese, pose le basi per l’elaborazione di un corpo specifico, nella riorganizzazione dell’esercito, al fine di garantire una stabile sicurezza pubblica all’epoca assente a causa degli eventi di quegli ultimi anni: il Piemonte era ormai privo di una forza armata tranne qualche decina di uomini appartenenti alla Guardia urbana. Le fondamenta furono immediatamente gettate agli inizi di giugno dal capitano Reggente di Pinerolo Luigi Prunotti, su specifico incarico della Segreteria di Guerra, redigendo il “Progetto di istituzione di un corpo militare pel mantenimento del buon ordine“: il 16 giungo venne integrato e presentato, a firma di Francesco David, il “Progetto d’istruzione provvisoria per il corpo de’ Carabinieri Reali” con sottotitolo “Funzioni ordinarie dei Carabinieri Reali, servizio giornaliero delle Brigate a piedi, ed a cavallo in che egli consiste, come dev’essere comandato ed eseguito“. Fonte d’ispirazione furono inizialmente gli ordinamenti della Gendarmeria francese. Il Re però aveva in mente principi inequivocabili: creare un Corpo unico nel suo genere e con speciali attribuzioni ovvero “…ispirato ai principi di libertà, di riconoscimento pieno dei diritti delle popolazioni, di esaltazione dei valori dell’uomo ormai pienamente acquisiti dopo la Rivoluzione francese”, come scritto dal generale di Corpo d’Armata Arnaldo Ferrara in “Storia documentale dell’Arma dei Carabinieri”. Un Corpo primo fra gli altri, con forza di testimone nelle deposizioni.
Il Corpo dei Carabinieri Reali, inizialmente composto da 27 ufficiali e 776 tra sottufficiale e truppa (oltre 2000 Carabinieri nel 1816), poneva ferree regole per l’accesso: almeno 1 metro e 75 di statura, buone capacità di scrittura e lettura, servizio prestato in altri corpi per almeno quattro anni; la paga era degna di un corpo d’èlite: 500 lire per carabinieri a piedi, 1000 lire in cavalleria.
Il più alto grado di comando venne rivestito dal conte Thaon di Revel: il 2 agosto 1814 fu nominato Comandante del Corpo dei Carabinieri Reali e Presidente Capo del Buon Governo del Regno di Sardegna. Attualmente il comando dei carabinieri è affidato al Generale di Corpo d’Armata Tullio Del Sette, originario del 152.mo corso dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma.
Oltre due secoli dal 13 luglio 1814 in cui il Re Vittorio Emanuele I adottò le Regie Patenti istitutive del Corpo dei Carabinieri Reali, Carabinieri “…che hanno guadagnato all’Istituzione, con l’apprezzamento, l’ammirazione e la gratitudine di generazioni di italiani e recentemente di tante Nazioni nel mondo, l’appellativo di Benemerita, attribuitole la prima volta dal Parlamento italiano il 24 giugno 1864 per <l’esemplare sua fedeltà alle Istituzioni, salda coesione morale e, soprattutto, alto senso dello Stato>…”, come ricordato dall’intervento del Comandante Generale lo scorso anno in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2014-2015 presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma.
95 anni sono trascorsi dal 05 giugno 1920 in cui la Bandiera dell’Arma fu decorata con la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare per le attività svolte durante la 1.a Guerra Mondiale.
Molti gli interventi nazionali e internazionali, le azioni antiterrorismo, innumerevoli boss di stampo mafioso e di qualsivoglia cosca criminale arrestati: recentemente il ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) sta conducendo le indagini su “Mafia Capitale” e l’inchiesta “Mondo di Mezzo” sul business dei flussi migratori e gestione dei campi di accoglienza per migranti.
Cento anni fa il giornalista Nino Bazzetta di Vemenia sintetizzò i valori e l’essenza dell’Arma “A voi tutti ricchi e poveri, giovani e vecchi, umili e possenti, il carabiniere dà la sua vita. Io ho visto il carabiniere soccorrere i prigionieri… confortare i condannati… curare i feriti… calmare gli odi e i rancori… presiedere alle feste, …l’ho visto combattere come il guerriero, soffrire in silenzio come il religioso, morire come il martire”.
Nei Secoli Fedele.