Il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di Salvatore “Totò” Schillaci, venuto a mancare oggi a Palermo, dopo una lunga battaglia contro un tumore al colon retto.
Ricoverato presso l’ospedale Civico della città siciliana, il bomber che aveva fatto sognare l’Italia intera durante i Mondiali del 1990 si è spento all’età di 59 anni, lasciando dietro di sé un ricordo indelebile nel cuore degli appassionati di calcio.
Schillaci è stato l’indiscusso protagonista dell’estate del 1990, quando, quasi sconosciuto alla vigilia del torneo, esplose sulla scena mondiale con 6 gol in 7 partite, portando la Nazionale Italiana fino alle semifinali. La sua grinta, la sua determinazione e il suo sguardo intenso sono rimasti impressi nella memoria collettiva, rappresentando uno dei momenti più iconici del calcio italiano. La sua impresa, accompagnata dalla celebre canzone “Un’estate italiana” di Edoardo Bennato e Gianna Nannini, ha segnato le famose Notti Magiche, momenti di speranza e unità per il Paese.
Dopo il successo in Nazionale, Schillaci ha continuato la sua carriera nei club, militando nella Juventus, nell’Inter e nel Messina, prima di ritirarsi e dedicarsi a varie iniziative, inclusa la promozione dello sport tra i giovani nella sua terra d’origine, la Sicilia. La sua carriera, fatta di alti e bassi, ha sempre brillato per la sua determinazione e l’umiltà che lo caratterizzavano.
Il tumore, diagnosticato nel 2022, ha segnato l’inizio di un lungo e difficile percorso per Schillaci, che ha affrontato la malattia con la stessa determinazione con cui scendeva in campo. Nonostante i miglioramenti iniziali, la situazione si è aggravata negli ultimi mesi, fino all’epilogo che ha lasciato un vuoto nel mondo dello sport.
Numerosi sono stati i messaggi di cordoglio, non solo da parte di ex compagni di squadra e colleghi, ma anche dai tantissimi tifosi che non hanno mai abbandonato l’amore ed il ricordo del loro “Totò”. La camera ardente verrà allestita allo stadio Renzo Barbera di Palermo. Totò Schillaci non era solo un calciatore: era il simbolo di un sogno che per un’estate sembrò alla portata di tutti. E anche ora, a distanza di anni, quel sogno continua a brillare, alimentato dal ricordo delle sue gesta in campo e dal calore di una nazione che non lo dimenticherà mai.