Patrizio Bertin (Confcommercio Ascom): “I 40 gradi reali o percepiti hanno convinto molti a preferire mari e monti”. Le preoccupazioni per la ripresa di settembre coi cantieri in pieno svolgimento. “L’estate sta finendo” cantavano i Righeira a metà degli anni ’80 quando tutto, eravamo convinti, sembrava andare per il meglio. Anche quest’anno l’estate sta volgendo al termine ma non tutto sta andando per il meglio, se non altro sul fronte commerciale.
“Fino ad ora è stata sicuramente un’estate difficile per i commercianti padovani – commenta Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Ascom Padova – perchè hanno dovuto far fronte ad un luglio e alle prime tre settimane d’agosto caratterizzati da una canicola che non ha certo invogliato a recarsi nei negozi. E questo nonostante i saldi, proposti anche con percentuali di sconto piuttosto interessanti e con scaffali discretamente forniti, fossero, in linea teorica, un bel richiamo”.
Anche il turismo, che comunque s’è difeso bene spinto dal richiamo Unesco di Urbs Picta, ha dovuto fare i conti col caldo.
“I quasi 40 gradi reali o percepiti – continua Bertin – hanno convinto molti a preferire il mare e i monti alle città d’arte per cui anche il possibile traino del turismo nei confronti dei negozi è risultato inferiore alle attese. Il risultato è che i volumi d’affari hanno subito un arretramento valutabile tra il 5 ed il 10%, anche se non omogeneo e questo rallentamento ha convinto più di qualcuno a chiudere per ferie rinviando vendite e speranze a settembre”.
Speranze che potrebbero però andare ancora deluse.
“Per lo stesso motivo per cui il caldo ci ha frenato a luglio e agosto – spiega Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Confcommercio Ascom Padova – anche per settembre si prevede una stagione piuttosto calda e questo sposterà in avanti gli acquisti autunnali con tutta una serie di conseguenze per i negozi fisici di città e provincia che sono chiamati a modificare nel profondo i loro comportamenti se vogliono contrastare con efficacia le piattaforme online”.
Intanto settembre, in città, sarà però anche il mese dei cantieri.
“E quella – analizza Bertin – sarà la cartina di tornasole per valutare il vero impatto dei cantieri sulla città. Abbiamo salutato con piacere certi “anticipi” sui fine lavori, ma adesso che la stragrande maggioranza dei padovani sta per rimettersi al lavoro, la situazione non sarà più quella delle scorse settimane”.
In particolare c’è grande preoccupazione per l’impatto che i lavori avranno nei confronti delle attività.
“Nei prossimi giorni in Ascom Confcommercio abbiamo in programma una giunta – anticipa il presidente – e sarà quella la sede per valutare se non sia il caso di porre al Comune e più in generale alle Istituzioni tutta una serie di richieste per venire incontro, in misura più consistente di quanto non sia stato finora previsto, a quelle aziende che, col protrarsi anche in autunno del calo del fatturato, potrebbero essere obbligate a rinunciare a qualcosa o, addirittura, a non proseguire la propria attività a partire da gennaio”.
Secondo l’Ascom Confcommercio servirà anche una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei turisti e dei padovani affinché il commercio sotto casa diventi una scelta economica e sociale, per evitare che si vada verso un ridimensionamento che sarebbe poi l’anticamera della desertificazione e del degrado.
“Penso già – aggiunge Bertin – ad azioni promozionali nei confronti dei residenti e dei turisti da mettere in atto già a novembre in vista del Natale e poi in corrispondenza coi saldi. Ovviamente abbiamo bisogno di interventi economici da parte delle realtà istituzionali così come abbiamo bisogno di ulteriori maggiori ristori per sostenere le attività penalizzate dai lavori”.
C’è dunque preoccupazione. Certamente mitigata dal fattore turismo che, si spera, ritrovi nei prossimi mesi la spinta che ha avuto in primavera. “Però – conclude Bertin – senza gli eccessi dell’overtourism: è certamente giusto che la città si apra al turismo, senza però dimenticare i residenti, gli studenti, i lavoratori. Perchè, alla fine, sono loro quelli che tengono in vita i negozi per così dire “normali”, cioè quelli che fanno da spartiacque tra una città “vera” e una “finta”. Noi, ovviamente, faremo tutto il possibile perchè sia la prima ad avere la meglio”.