Editoriale di Gori Claudio del 16/08/2024
In un mondo dove i social network dovrebbero promuovere il dialogo e il confronto civile, siamo sempre più spesso testimoni di un’aggressività irrazionale e violenta che sembra avere il solo scopo di demolire chiunque osi esprimere un’opinione, anche la più innocua. La politica? Per molti è ovunque, anche quando non v’è il velo o uno straccio d’ombra. Gli odiatori social? Ovunque ci sia una forma di semplicità o un qualsivoglia politico che pubblichi una foto o un pensiero extra parlamentare, ebbene è dietro l’angolo l’odiatore social e “di parte” (o per pura invidia) che sputa vocali e consonanti avvelenate come se la tastiera fosse un serpente a sonagli. L’ultimo episodio in ordine di tempo riguarda Massimo Boldi, uno degli attori comici più amati d’Italia, il “Cipollino” che si è trovato al centro di una tempesta mediatica per aver fatto una cosa tanto banale quanto comune: gli auguri di Ferragosto.
Il “caso” fa seguito al post social, del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in cui ieri ella aveva espresso un pensiero positivo ferragostano rivolto a chiunque: “Siate felici con le vostre famiglie, i vostri cari e le persone che amate. Buon Ferragosto a tutti!”. A questo pensiero l’attore Boldi ha “osato” replicare con altrettanto augurio “Buon Ferragosto Ben AMATO GIORGIA nostro presidente del consiglio della Repubblica sei sempre più forte hai cambiato e stai cambiando il nostro paese il meglio ed io non puoi fare altro che ringraziarti E continuare alzare dalla tua parte ti abbraccio a te e a tutta la tua famiglia Massimo Boldi”. Indipendentemente da alcuni errori dovuti probabilmente ad un uso “al volo” e forse poco agevole dello strumento, la furia e l’odio nei suoi confronti ha assunto un livello elevato, al punto da fare intervenire nuovamente la Premier Meloni con un nuovo post “È triste vedere come, nel mondo degli odiatori di professione, persino un semplice commento di auguri di buon Ferragosto possa scatenare insulti di massa e offese gratuite. Esprimo la mia solidarietà a Massimo Boldi, e gli mando un grande abbraccio.” Al di la delle posizioni politico-cromatiche di ciascuno, è evidente che la libertà di pubblicazione può essere psicologicamente nociva in questo caso, soprattutto in una democrazia in cui si tende a difendere i diritti di tutti: proprio di tutti o tutte? Eppure nulla c’è di male nel rispetto altrui, anche l’opinione è opposta ad altri. Lo stesso Boldi ha dichiarato “Non sono né di destra, né di sinistra”.
Il fatto che gli auguri siano stati rivolti a Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ha scatenato un’ondata di indignazione che ha dell’assurdo. Critiche, insulti e offese personali hanno invaso i profili social di Boldi, come se un gesto di cortesia, che in qualsiasi altra epoca sarebbe stato considerato semplicemente educato, fosse diventato improvvisamente un atto sovversivo. Ma cosa c’è di così sbagliato nel rivolgere degli auguri a un personaggio pubblico, indipendentemente dalle sue opinioni politiche o dal ruolo che ricopre nella società? Un esempio limpido e sincero di augurio politicamente al contrario è quello fatto da Pier Luigi Bersani a Umberto Bossi in una intervista a la Repubblica il 19 settembre 2021 (di Annalisa Cuzzocrea) “…Voglio dirgli auguri di cuore per questi 80 anni”. Nulla di male, un augurio tra amici sebbene politicamente lontani.
Questa è la domanda che dovremmo porci tutti. La furia scatenata contro Boldi non riguarda gli auguri in sé, ma l’ambiente tossico che i social media hanno contribuito a creare, dove ogni espressione di cortesia o rispetto verso una figura controversa viene interpretata come una dichiarazione di guerra ideologica. La polarizzazione estrema che domina la scena politica italiana – e non solo – ha raggiunto livelli preoccupanti, trasformando gesti di semplice umanità in occasioni per attaccare, ridicolizzare e distruggere.
Ma a cosa serve tutto questo odio? L’invettiva facile sui social network ha forse mai cambiato qualcosa in meglio? Non si tratta qui di difendere una posizione politica o un personaggio pubblico, ma di riflettere su quanto stiamo diventando incapaci di accettare la pluralità di pensiero e la diversità di opinioni. Il linciaggio mediatico di Boldi è solo l’ennesimo esempio di come, in nome di una presunta purezza ideologica, si arrivi a colpire persone per motivi futili, ignorando completamente il diritto alla libertà di espressione.
È possibile che abbiamo dimenticato che, al di là delle differenze politiche, siamo tutti esseri umani? È possibile che una società interconnessa come la nostra, che ha a disposizione strumenti senza precedenti per comunicare e condividere idee, si sia ridotta a un’arena in cui la parola d’ordine è l’annientamento dell’avversario? Forse, prima di lanciare l’ennesimo commento velenoso, dovremmo ricordarci che l’essenza della democrazia sta proprio nel rispetto reciproco e nella convivenza delle differenze.
Massimo Boldi, con i suoi auguri di Ferragosto, ha fatto un gesto semplice, che sarebbe dovuto passare inosservato. Invece, si è trovato a essere il bersaglio di una parte di opinione pubblica che probabilmente non riesce a tollerare neanche il più piccolo segno di civiltà verso chi ha idee diverse. È questo il prezzo da pagare per vivere in una società aperta? O forse è giunto il momento di riappropriarci del buon senso, e di smettere di vedere nemici ovunque, per ritrovare il piacere di una convivenza serena e rispettosa delle differenze?
Gli auguri di Ferragosto, alla fine, non erano altro che auguri. Sta a noi decidere se vogliamo continuare a vivere in un clima di odio sterile o se preferiamo tornare a un confronto basato sul rispetto e sulla comprensione.
La scelta? Come sempre, è nelle nostre mani.