Le case popolari di Padova saranno oggetto di un importante intervento di recupero, a cominciare da quello energetico. Una notizia, quella data dall’assessora Benciolini importante, – Ubaldo Lonardi, Consigliere comunale di Padova – insieme ad altre due, quella di non realizzare più ghetti di edilizia economico-popolare e di riaprire il tavolo con Ater sul problema IMU: da tempo la richiesta di IMU per svariati milioni di euro da parte del Comune ad Ater sta di fatto bloccando gli investimenti di recupero del patrimonio edilizio dell’istituto autonomo.
C’è un aspetto che non vedo considerato e che sottolineo. In alcuni casi va valutato l’opportunità di demolire e ricostruire queste abitazioni invece che procedere a costose e sostanzialmente inconcludenti ristrutturazioni. Per esempio – prosegue Lonardi – le case di via Cabrini all’Arcella: sono strutturalmente di pessima qualità costruttiva oltre che architettonica (parola… impropria!) e oggettivamente sono e rimangono un ghetto in una posizione urbanistica del resto pregiata: al confine con un parco, vicine al centro commerciale Giotto e alla chiesa di San Carlo.
Spendere in ristrutturazione oltre 135.000 per unità abitativa (di 80mq circa, al massimo) ritengo sia uno spreco per un risultato che sarà sempre mediocre.
Un pizzico di coraggio in più e si può trasformare questo importante intervento del Comune in un cambiamento vero, demolendo e ricostruendo con un progetto di qualità architettonica ed… umana! Anche e soprattutto così si rigenera la città.
Ricordando sempre infine che perché le case economico-popolari non siano ghetti è essenziale che il Comune – conclude il Consigliere Lonardi – garantisca il permanere di regole civili e del rispetto reciproco all’interno di questo condominio con una continua sorveglianza.