Ingegnere Cetera, lei ha scritto sui social, sembra rilevando alcune “affinità” dei due grandi progetti di ALÌ in corso di autorizzazione: a Padova-Granze (800.000mc di costruzioni, forse l’intervento maggiore mai realizzato nel Nordest) ed a Mestre nell’area centrale dell’ex Ospedale Umberto I, con 5 grandi Torri (una alta 30 piani) e un Supermercato. Fa un po’ specie che lei ne parli a pochi giorni dalle accuse della magistratura e indagini verso alcuni politici, funzionari e imprenditori del Comune di Venezia. Tutto ciò sembra per una serie di iniziative immobiliari sotto inchiesta, la maggiore delle quali riguarda l’area dei Pili di proprietà del sindaco Luigi Brugnaro.
Lei quali elementi ha per queste dichiarazioni?
Non ho elementi per poter commentare quanto è oggetto di indagine a Venezia: lasciamo lavorare la Magistratura e vedremo cosa ne uscirà. Nel mio post ho voluto evidenziare la “nuova” inclinazione immobiliarista di ALÌ, che intraprende enormi operazioni che definirei speculative sul territorio, quando la stessa società vede oggi il suo grande successo derivante da altri campi o interessi ovvero supermercati medio-piccoli alimentari. È una mia evidente constatazione.
Coincide con gli ultimi anni di Francesco Canella, eccezionale imprenditore che ha portato la propria azienda dal piccolo “casoìn” a fatturare oltre 1 miliardo di euro all’anno. Trovo che le due aree “de quo” si caratterizzano per esagerate cubature da realizzare, richieste da ALÌ (ed era nel suo diritto) ma accettate dagli organi comunali: anzi, in entrambi i casi, approvate con entusiasmo e risolutezza determinativa dai due Sindaci e dagli assessori competenti e dai funzionari.
A Venezia, vedremo gli sviluppi, l’iter è in corso. A Padova, una incredibile seduta notturna del Consiglio Comunale ha già portato ad una delibera autorizzativa dell’operazione che a mio giudizio è ben contestabile al TAR.
Lei scrive anche di una improvvisa accelerazione delle operazioni sia a Padova che a Venezia, in concomitanza, negli ultimi 3 mesi e dopo anni di quasi immobilità.
È un dato di fatto che per Mestre sin dal 2019 il Gazzettino riportava numeri e dati del progetto presentato, fermo poi per tanti anni e all’improvviso riapparso definitivo in una recentissima conferenza stampa che ufficializzava il via-libera, con il Sindaco Brugnaro e Gianni Canella a dispensarsi reciproci elogi: ne fa fede il video di RAI News del 5 luglio 2024.
Sorprende che anche a Padova, dopo una lunga “pausa di riflessione”, a seguito del SUAP di due anni fa, si faccia seguito ad un ultimatum del 28 marzo 2024 di Canella, ribadito con forza l’11 maggio: e all’improvviso il sindaco di Padova Sergio Giordani decide di andare alla conta in Consiglio Comunale il 27 maggio, ove la delibera entra senza la necessaria maggioranza ma viene approvata con un testo riformattato dal Consiglio, “conquistando” il voto di alcuni singoli dissidenti con emendamenti “ad personam”, addirittura con alcuni passaggi scritti e fatti accaduti che a mio giudizio sfiorano e/o superano i limiti imposti dal codice penale.
Definirei eufemisticamente “poco onorevole” quanto successo la notte tra il 27 e il 28 maggio di quest’anno. Ecco: trovo molto singolare la coincidenza della improvvisa “chiusura” delle due distinte grandi operazioni immobiliari che coinvolgono lo stesso operatore ALÌ in due grandi Comuni veneti contermini.
Non posso certo conoscere le motivazioni dell’accelerazione e degli ultimatum improvvisi di ALÌ dopo anni: si è parlato di una possibile vendita di ALÌ (smentita), una società il cui valore aumenta se “in pancia” c’è dell’altro (immobili autorizzati e/o realizzati) rispetto al recente passato.
Perché è contrario a queste operazioni con grandi costruzioni, ingegnere? Lei presidente dei costruttori padovani per vari mandati…
Mi spiace non essere compreso: NON sono contrario, sarebbe contro la mia storia. Sono però contrario a tutto ciò che si presenta esagerato, e che lede i diritti di quanti stanno intorno, quasi deride doli. E addirittura cercando di pagare ‘sottocosto’ quanto dovuto per legge a seguito dei vantaggi urbanistici ottenuti… Così non mi va. ALÌ non può “avere”’ senza “dare” quant’è giusto.
Conosco poco l’operazione di Mestre. Ma su Padova non ho dubbi sulla eccessiva cubatura concessa. 800.000mc è la più grande operazione mai attuata nel nostro territorio dai tempi di Antenore. La stessa ALÌ aveva scritto nella propria relazione che le sue necessità di crescita per il futuro portavano in 30 anni ad aprire 60 supermercati in più, cioè 2 all’anno, portando gli attuali 116 a 176, cioè +51% rispetto ad oggi.
Ma ALÌ ha chiesto invece il raddoppio di fabbricati rispetto alle sue esigenze: per non parlare delle altezze dei fabbricati, inusuali in Zona Industriale. È questa la inconcepibile richiesta di nuova cubatura senza alcun senso logico se non appartenente ad altre logiche, non industriali.
Se ricordo che il contributo dovuto per legge (pari al 50% del vantaggio economico ottenuto dalla variante) viene all’inizio proposto da ALÌ pari a 4 più 1 milioni di euro ebbene credo che qualcuno deve vergognarsi al solo pensiero.
Un massacro del territorio di Granze, quale quello previsto, realizzando su un terreno ex-AGRICOLO 800.000mc, non poteva essere immaginato a tale minimo livello di compensazione nemmeno dal più ‘tirchio’ degli imprenditori… quando invece ALÌ è conosciuta quale ‘benefattrice’ in tutte le pubblicità pagate sulla stampa locale.
Poi, con un vergognoso mercanteggiamento accompagnato da perizie asseverate improvvisate “‘ad usum delphini”, mutate nel tempo (!), il contributo viene di poco alzato da ALÌ, per essere infine definito a 7,5+1 milioni di euro dal Consiglio Comunale.
Ricordo che una originale diversa perizia, redatta con semplicità e scienza sul tema, ha portato il cd ‘vantaggio’ a valori quasi doppi che dovrebbero esser fatti pagare: ma utilizzati sul territorio danneggiato, a Granze cioè, non certo a 10 km di distanza per una inopinata operazione che coinvolge la ex Caserma Romagnoli.
Sono tutti questi argomenti da portare al TAR, come immagino.
Lei cita la Romagnoli, un nuovo parco per la città…
Non mi faccia ridere, c’è solo da piangere sul tema. È stata una farsa, la vicenda della Romagnoli: ‘bufala’ inventata da Giordani senza possibilità alcuna di realizzarci un parco come promesso. Non c’è nulla di certo se non la cubatura autorizzata di 800.000mc ad ALÌ trasformando il terreno da agricolo ad industriale: la Romagnoli invece solo ‘sulla carta’ verrebbe espropriata per 5,5 milioni (pagando con parte dei 7,5 milioni fissati). Poteva essere acquistata per molto meno. Invece, direi stupidamente, con l’esproprio viene assunto dal Comune l’onere della sicura e certa e necessaria e onerosissima bonifica del sottosuolo della Romagnoli, il che rende improponibile il parco.
Attesto quindi che l’operazione Romagnoli MAI si farà. E sospetto sia quello che pensa il “decisore” e che è nella sua mente, ma non scritto nella delibera che riporta ipotesi e chiacchiere ignobilmente accettate dal CC.
Si è fatto un’idea del perché ALÌ ha acquistato i 100.000mc a Saonara in aderenza ai 150.000mc di Granze oggi edificabili?
Giordani ha “promesso” in Consiglio Comunale e fatto scrivere che si impegnerà col Sindaco di Saonara e con Canella affinché l’area in aderenza resti agricola: 10 ettari che in automatico passeranno pur essi a ‘industriali’ dopo il recente Consiglio Comunale. Una volta si chiamavano ‘promesse da marinaio’ quelle in cui non hai alcun potere per fare o imporre nuove scelte.
Mi dicono invece che il Sindaco di Saonara voglia che sia ampliato l’intervento di ALÌ anche nel proprio Comune, tant’è che ha richiesto l’allargamento della strada a fianco (per i camion), immagino allo stesso Giordani presidente della Provincia. Quante fakes! Ricordo quanto ho detto all’inizio: forse ALÌ vuole battere il record del più grande intervento speculativo immobiliare mai attuato nel Nordest, portando gli attuali 800.000mc a 1.500.000mc ad esempio… per farne cosa non so, ma forse nemmeno ALÌ lo sa.