“Si è tenuta questa mattina a Padova la conferenza stampa organizzata dall’Associazione Padovadonne Aps e CVPD Centro Veneto Progetti Donna, la Casa delle Donne di Padova, UDI Cadoneghe e il Gruppo Consultorio di Coalizione Civica per presentare la raccolta firme che tiene ancora una volta alta l’attenzione sullo stato dei consultori familiari nella nostra Regione. Da quando sono stata eletta ho sempre monitorato il tema dell’accessibilità e dei servizi offerti dai consultori che da anni ormai sono abbandonati dalla Regione Veneto che investe scarse risorse e dimostra poca attenzione per quello che è un fondamentale presidio della sanità territoriale per tante donne e uomini, giovani, famiglie” dichiara Elena Ostanel, Consigliera regionale del Veneto che Vogliamo.
“Recentemente ho voluto raccogliere alcuni dati, che presenteremo nelle prossime settimane, per avere una fotografia dello stato dei consultori nella nostra Regione e, come già noto, ne emerge un quadro allarmante. I dati raccolti ci dimostrano che in tantissimi casi il consultorio familiare è la prima realtà con la quale la donna entra in contatto, solo nella ULSS sei più del 50% delle donne accede ai consultori per preconcezione, gravidanza e post partum. Se non li sosteniamo però i consultori sono destinati a scomparire, essere depotenziati o ancor peggio chiudere. Come ci dice il Ministero della Sanità, per esempio, siamo tra le ultime regioni in Italia per numero di ore di lavoro svolte dai ginecologi (8,8 a settimana ogni 20.000 mila abitanti contro una media nazionale di 11,6): senza personale il servizio non può essere garantito e non si possono offrire servizi senza appuntamento e con orari ampi, come invece dovrebbe essere. Un altro capitolo da non sottovalutare è quello sull’interruzione volontaria di gravidanza, considerando che il consultorio è il luogo dove la donna deve passare per veder realizzato il suo diritto, è inaccettabile quindi farci entrare i pro-vita, come fa il Governo. Sappiamo infatti che per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza le donne si rivolgono ai consultori come primo accesso” prosegue Ostanel.
“La raccolta firme presentata oggi testimonia un interesse, che è diffuso sul tema della sanità. Le donne sono al centro di questa battaglia perché un consultorio accessibile e fruibile è un diritto. Non serve parlare di famiglia e natalità se poi non si potenziano i presidi che se ne occupano direttamente, come i consultori che offrono programmi pre e post-parto, a sostegno delle donne, delle famiglie, e delle loro necessità” conclude la Consigliera.