Editoriale di Gori Claudio del 30/06/2024
La Fiera di Padova, un tempo faro di innovazione e motore economico della nostra città, sta vivendo una crisi profonda. Le perdite milionarie registrate negli ultimi anni non sono solo cifre nei bilanci, ma riflettono una situazione drammatica che rischia di compromettere irrimediabilmente un patrimonio collettivo di inestimabile valore. È tempo di affrontare questa emergenza con audacia e intelligenza, proponendo soluzioni concrete e condivisibili.
Sembra che le uniche attività non in rosso e recenti, che hanno contribuito positivamente al bilancio della Fiera di Padova, siano quelle del 2021 e nel 2022 ovvero quelle influenzate dai contributi pubblici per il Covid oltre quelle derivanti da un contenzioso sui “derivati usati come garanzia per il prestito necessario ai nuovi padiglioni 7-8, che – fonte il Gazzettino di Padova di oggi – avevano portato a una diatriba con Monte Paschi chiusa con 1,7 milioni di incasso.”
La crisi della Fiera di Padova ha radici profonde e complesse. Forse le scelte gestionali non hanno una particolare visione strategica a lungo termine, considerando che la competizione con altre fiere nazionali e internazionali, indicano che altrove hanno saputo innovare e adattarsi più velocemente alle nuove esigenze del mercato. A Padova? Le manifestazioni più importanti si auto esiliano altrove, il caso eclatante è quello della maonifestazione fieristica Auto e Moto d’Epoca traferitasi a Bologna. Perché non riflettere anche sulla potenziale e progressiva perdita di identità e valore storico, con progetti di trasformazione che non hanno rispettato l’essenza della Fiera? Perché valutare la vendita di significative aree della Fiera all’Università di Padova? Perche volere edificare ed adibire ad hotel una parte del polo fieristico padovano ed un’altra area al food al coperto?
Beh, in effetti a Padova mancano i locali dove mangiare e bere alcool, magari nel prossimo futuro un eventuale aumento di problemi di cirrosi epatica potrebbero fare sorgere negli spazi fieristici, sempre che avanzi un padiglione, una nuova ala ospedaliera dedicata alle cure di simili pazienti.
Un nuovo hotel all’interno della Fiera di Padova… eppure lungo quel viale sono presenti già alberghi e attività ristorative. Siamo certi che sia una eccellente idea quella di una nuova Cerved, la prima banca dati delle Camera di Commercio, al padiglione 6? La Fiera di Padova è e sarà ancora un polo espositivo nazionale e internazionale o si sta eveolvendo in una nuova azienda immobiliare con unico oggetto sociale la cessione o l’affitto di aree coperte e scoperte? Rimane ben poco per gli espositori, sempre che abbiano intenzione di esporre nuovamente a Padova.
Sono convinto che sia necessario un piano di riorganizzazione che preveda una governance con ampie vedute sul futuro espositivo che non collassi in meno di 5 o 6 anni da oggi. La nomina di un team di esperti con comprovata esperienza nel settore fieristico e nella gestione di eventi di rilievo e risonanza può rappresentare il primo passo verso il risanamento con riconversione di alcuni padiglioni a esposizione e non a locazione per altre attività. La Fiera dovrebbe, inoltre, integrarsi con le eccellenze del territorio padovano, promuovendo eventi che mettano in risalto le peculiarità locali, dall’enogastronomia all’artigianato, passando per la cultura e il turismo: con una vision e una attractive exhibition view che oggi non riscontro.
La Fiera di Padova non può più permettersi di restare intrappolata nelle logiche del passato. È necessario un cambio di rotta deciso e coraggioso. Le soluzioni proposte non siano eventuali utopie, ma azioni concrete e realizzabili che possono restituire alla Fiera il ruolo centrale che merita. Il futuro della Fiera di Padova dipende dalla capacità di tutti noi di unirci e lavorare insieme per il bene comune. Solo così potremo trasformare questa crisi in un’opportunità di rinascita e sviluppo.
Sia ben chiaro, l’obiettivo qui è analizzare in modo costruttivo la natura e riqualificazione della Fiera in senso stretto e non gli eventi non espositivi. Lo scorso 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale delle Fiere 2024, Maurizio Danese, presidente di Aefi, ha “ricordato che “il decreto Made in Italy (di cui si aspettano i decreti attuativi) prevede risorse per 10 milioni di euro destinati a sostenere e facilitare la partecipazione fieristica delle Pmi e a supportare il coordinamento e il rafforzamento delle fiere sui mercati internazionali”.
Siano questi spunti di riflessione per costruttive analisi per un rilancio della Fiera di Padova, sempre che il suo rilancio sia una priorità per molti. Già, perché la Fiera odierna di Padova mi appare come la nazionale italiana di calcio che ieri ha giocato una partita per accedere ai quarti di finale del campionato europeo,