38 storie di donne che raccontano la violenza subita, un instant book di 117 pagine dal titolo “il Rumore delle parole” ma soprattutto il coraggio di chi ha voluto abbattere il muro del silenzio raccontando agli altri, in forma anonima, la propria storia di sofferenza.
A presentare il libro, stamane in Senato, è stato il Senatore Questore Antonio De Poli che spiegato: “Il libro nasce dall’Idea del Cantiere delle donne , che ha deciso di fare rumore dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin. Questa terribile piaga va contrastata, dobbiamo far sì che ci sia un valore culturale che ci faccia raggiungere l’obiettivo di azzerare questo fenomeno. Oggi accendiamo i riflettori sul coraggio di chi, come queste 38 donne, ha deciso di mettersi a nudo raccontando le proprie storie, la propria sofferenza, la propria vita”, ha detto De Poli che ha evidenziato l’importanza di “mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare in maniera unitaria, coesa e non retorica la violenza di genere. E’ tempo di agire a livello legislativo ma soprattutto educativo e culturale affinché si investa di più sulla prevenzione e si contrasti la cultura maschilista e retrograda che svaluta le donne. Sono valori che non hanno colori politici ma che appartengono a tutti noi”, ha concluso.
“Il rumore delle parole” – promosso dall’Associazione Il cantiere delle donne, presieduto da Micaela Faggian – è nato dopo la tragedia di Giulia Cecchettin. “Dovevamo fare qualcosa. Abbiamo reagito di pancia, non per lamentarci ma per buttare fuori quello che avevamo dentro– come è nel nostro stile”, scriveva la Faggiani introducendo il testo che ha la prefazione a firma del Governatore del Veneto e del caporedattore della Rai di Venezia, Elisa Billato. “Siamo orgogliose di poter presentare a tutta Italia il nostro instant book perché stiamo così rompendo quel silenzio che spesso è l’anticamera delle violenze. Come associazione lavoriamo da sempre proprio per questo, per rendere paritaria la nostra società, per sollevare criticità, lavorando assieme alle istituzioni, ad altre associazioni e alle persone che credono in una società più giusta, per limarle e migliorare il quotidiano. Mettiamo in rete tante persone che stanno lavorando in modo diverso per il cambiamento”.
“Il 70% delle nostre volanti – ha detto il prefetto di Padova, Francesco Messina – è per lite in famiglia, e all’interno della lite in famiglia si cela la violenza sulle donne. Una formazione degli operatori è quindi centrale”, perché c’è uno strumento importante come “l’ammonimento del questore, che consente di monitorare il maltrattante prima che compia atti penalmente rilevanti”. A valle della prevenzione Messina ha suggerito di seguire l’esempio della Spagna, che ha costituito Tribunali speciali: “il contrasto della violenza sulle donne è un tema per addetti ai lavori”.
“Il mondo delle imprese e delle associazioni di categoria, insieme alla Polizia di Stato, abbiamo sviluppato il progetto SicurezzaVera ideato da Fipe-Confcommercio e la Polizia di Stato. Un progetto che punta a favorire la diffusione della cultura di genere, promuovendola anche all’interno dei Pubblici esercizi con iniziative rivolte sia al personale femminile che alle clienti”, ha spiegato Valentina Picca Bianchi (presidente Comitato Impresa Donna MIMIT).
“Il 70% delle violenze è sommerso , avviene tra le mura domestica. Sono episodi a cui, spesso, purtroppo, assistono anche minori e di cui comunque non si viene a conoscenza”, ha evidenziato Vera Cuzzocrea, psicologa e psicoterapeuta. Al termine degli interventi l’attrice Anastasia Astolfi ha recitato la poesia “La mia minigonna”, tratta dallo spettacolo teatrale “X=Y, promosso dalla compagnia Teatro in Movimento nei teatri e nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi contro la violenza sulle donne.