Il dibattito sulla condizione del sistema sanitario italiano si intensifica sempre più. Sebbene l’Italia disponga di un Sistema Universale Sanitario, a differenza di paesi come gli USA dove l’accesso ai servizi sanitari dipende da polizze assicurative costose, il sistema italiano e – dichiara Luciano Conforti, segretario regionale del sindacato UGL Veneto – è sostenuto principalmente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati attraverso le trattenute sui loro stipendi e pensioni.
Tuttavia, negli ultimi anni, il sistema sanitario italiano sta subendo un lento deterioramento a causa di tagli irragionevoli e dannosi, che hanno portato alla chiusura di reparti ospedalieri e alla diminuzione dei finanziamenti statali. Queste misure – prosegue Conforti – hanno tradito lo spirito della Costituzione e hanno reso il sistema sanitario sempre più inadeguato, come dimostrato dalla lunghezza delle liste di attesa e dalla mancanza di servizi preventivi efficaci.
È necessario un cambio di rotta immediato per garantire un’assistenza sanitaria di qualità a tutti i cittadini e per riportare al centro dell’agenda politica il diritto alla salute. E’ fondamentale definire concretamente e meglio le risorse e il personale necessario per attuare le riforme.
Si pensi al carico dei ricoveri ospedalieri, al malato cronico, ed alle lunghe degenze, ed alle citate risorse occorrenti. Alcune misure – puntualizza il segretario regionale UGL – di recente sembrano venire incontro a tali esigenze, come la Legge del Governo Meloni n. 33 del 2023 ed il Decreto attuativo n. 29 del 26 Gennaio 2024, che riguarda soprattutto le persone fragili quelle anziane, con la previsione nei territori degli Ospedali di Comunità e la medicina di prossimità, ma mancano ad oggi, il personale medico ed infermieristico, la definizione dei LEP (livelli essenziale della prestazione) e la quantificazione delle risorse da assegnare alle Regioni
Il diritto alla Salute – conclude Conforti – è anche un dovere verso l’intera collettività.