Questa settimana si è tenuta a Carpanedo l’assemblea generale della Fiom di Padova incentrata sugli incidenti e sulle morti sul lavoro delle scorse settimane, sui femminicidi che continuano a susseguirsi nel nostro Paese e nella nostra provincia e, nello specifico, sull’ipotesi di piattaforma per il nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’industria metalmeccanica.
L’ipotesi di piattaforma del contratto dei metalmeccanici sarà presentata e votata in tutte le aziende metalmeccaniche in cui è presente il sindacato entro aprile e poi, se lavoratrici e lavoratori daranno mandato positivo, la delegazione unitaria formata da esponenti di Fim, Fiom e Uilm inizierà la contrattazione con Federmeccanica per arrivare all’ipotesi di contratto che dovrà essere nuovamente votato da lavoratrici e lavoratori per poter arrivare alla firma definitiva fra le parti.
Si tratta di una piattaforma che intende rappresentare le esigenze del lavoro metalmeccanico e fornire risposte adeguate a rimettere al centro il lavoro industriale e investire nelle nuove generazioni. Il rinnovo contrattuale riguarda – secondo i più recenti dati dell’Inps – più di 1,5 milioni di lavoratori e di lavoratrici in 30 mila aziende che nel 2022 hanno prodotto l’8% del Pil italiano, rappresentano il 6,2% dell’occupazione e il 45% delle esportazioni del nostro Paese, mentre se si fa riferimento al solo settore manifatturiero, la metalmeccanica rappresenta quasi il 50% del valore aggiunto e il 44% dell’occupazione industriale.
“Aumento del salario, riduzione dell’orario di lavoro, incremento della stabilità del lavoro, necessità di più attenzione per la salute e la sicurezza, maggiore formazione, attenzione al welfare e alla parità di genere sono i pilastri di questo rinnovo contrattuale. Ci proponiamo di aumentare i salari con una richiesta di 280 euro di aumento sui minimi contrattuali per il livello C3, un aumento che va oltre l’Ipca depurata dai costi energetici importati, e con la previsione del premio perequativo per coloro che non hanno un contratto aziendale. Al centro delle richieste della piattaforma c’è anche il contrasto alla precarietà, per stabilizzare il lavoro e ridurre la competizione tra lavoratori e garantire pari diritti, meno rischi per la salute e sicurezza e migliori condizioni di lavoro in tutto il sistema degli appalti e subappalti.” È il commento di Michele Iandiorio, segretario generale della Fiom Cgil di Padova.
“Venerdì scorso, durante la presentazione di un progetto per la formazione sulla sicurezza nelle aziende, il presidente di Confindustria Veneto Est Leopoldo Destro ha affermato che «Il 70% degli infortuni non dipende da insufficienze impiantistiche, ma da comportamenti errati e spesso poco consapevoli di lavoratori e lavoratrici, come la violazione dei sistemi di sicurezza e il mancato uso dei DPI». Come Fiom rifiutiamo in toto questa posizione che scarica quasi completamente la responsabilità di morti e infortuni sulle spalle di lavoratrici e lavoratori quando sappiamo benissimo le condizioni in cui si verificano queste tragedie. Precarietà, lavoro nero, caporalato, mancanza di investimenti mirati, appalti e subappalti sono le cause delle morti sul lavoro ed è indecente che dopo la strage di Firenze si cerchi, ancora una volta di scaricare la responsabilità della propria vita o della propria morte ai soggetti più fragili del mondo del lavoro.” ha commentato il segretario generale della Fiom del Veneto Antonio Silvestri al termine dell’assemblea padovana “La responsabilità dello stato attuale della pericolosità del lavoro nei cantieri, nelle fabbriche, nel mondo dei trasporti non è certo di coloro che sono costretti a lavorare in situazioni di insicurezza perché ricattati e ricattabili, ma questa responsabilità va imputata ad altri, in primis a quell’imprenditoria, interessata solo al profitto e non alla salvaguardia della vita, e poi ai governi e ai ministri che negli anni hanno depauperato i diritti di lavoratori e lavoratrici: coloro che hanno approvato l’uso dell’appalto selvaggio al massimo ribasso, coloro che hanno distrutto l’articolo 18, le varie leggi che hanno avvallato la precarizzazione del lavoro e le varie leggi strozzine che regolamentano l’immigrazione nel nostro Paese. Finché non si deciderà” conclude “che la massima attenzione e le azioni di salvaguardia vanno indirizzate verso le persone e non verso il risparmio e il guadagno ad ogni costo sarà difficile invertire la rotta e non dover più contare 4 morti sul lavoro al giorno, come accade ogni anno.”