Venezia non è solo riferimento di storia medievale ed oggi Città Metropolitana, non solo regina delle Repubbliche Marinare o del turismo globale: è riferimento di studio e analisi dell’uomo, della sua comunicazione e ispirazione per confronto e performance d’autore. Venezia non galleggia, naviga verso lidi inesplorati, dotata di innaturale lungimiranza nei rapporti interpersonali tra professionisti, comunicatori, imprenditori e studenti.
Lo scorso 25 giugno si è tenuta la terza edizione dell’evento INSPIRINGPR, momento d’incontro e confronto sulla comunicazione promosso da FERPI e organizzato da FERPi Triveneto, presso la Sala Capitolare della Scuola Grande San Giovanni Evangelista. L’argomento Topic è stato il Dialogo: il pubblico numeroso e settoriale è entrato da subito in sintonia con i relatori, che hanno radiato la platea di saggezza e concetti, riflessioni ed osservazioni utili alla riflessione, affrescando menti altrui ad esperienze comunicative originali e reali, quotidiane ed innovative. INSPIRINGPR si pone, infatti, quale occasione di stimolo e di riflessione, di confronto e di incontro per trovare nuove motivazioni dalle esperienze di Speaker influenti.
Filippo Nani (Presidente di MYPRLab, delegato Ferpi Triveneto) afferma, nel portale inspirigpr.it, che “Non a caso la parola chiave dell’edizione 2016 di InspiringPR è Dialogo. Per comprendere a fondo i problemi e le aspettative degli stakeholder-influenti dobbiamo stabilire con loro un confronto costante e produttivo che solo un dialogo efficace e costante è in grado di produrre. Il significativo estensivo della parola che ne dà, ad esempio un dizionario come il Devoto-Oli, ne conferma tutta la sua rilevanza: capacità di comunicazione e comprensione reciproca”.
I relatori, a turno e con tempo limite, hanno solcato il palco trasmettendo nozioni ed esperienze comunicative concrete e, con estrema naturalezza, ciascuno per competenza professionale o tema affrontato.
I saluti di Filippo Nani e di Patrizia Rutigliano (Past President FERPI) hanno introdotto Alberto Toso Fei, scrittore e appassionato di storia e misteri veneziani (noto per i suoi libri sugli enigmi di Venezia e dintorni, che hanno ispirato trasmissioni televisive e cortometraggi): egli ha aperto la giornata con una performance sul dialogo durante la Repubblica Veneziana, contestualizzando il dialogo a momenti storici della Serenissima città.
A seguire Antonio Deruda (esperto di diplomazia, è consulente e docente di comunicazione, specializzato in strategie online e uso dei social media in ambito internazionale) ha parlato del dialogo tra nazioni attraverso il web; Giovanna Tinunin (specializzata in Counseling per lo sviluppo organizzativo) ha proposto il tema del dialogo come conversazione ovvero parlarsi all’interno delle organizzazioni. Sono intervenuti Daniele Chieffi (giornalista professionista, si occupa da sempre di comunicazione digitale; attualmente è il responsabile social media management e delle Digital PR di Eni), Mitja Gialuz (professore associato di Procedura penale nell’Università di Trieste, è Presidente della Società Velica Barcola e Grignano); Luca Primavera (responsabile comunicazione di Zamboni SPA) ha parlato della Fondazione Zoé (Zambon Open Education), che si occupa dei temi legati alla comunicazione della salute.
Altri relatori si sono susseguiti, avviluppando l’atmosfera in una unica aurea comunicativa in cui l’estasi dell’interattività ha portato l’interesse ad una sorpresa inaspettata: il giovane Nicolas Caporusso, che ha brevettato un’interfaccia per consentire ai non udenti e non di comunicare con smartphone e tablet: brillante, geniale e sensibilmente antropico: un incommensurabile applauso lo ha gratificato per impegno e genialità.
Poi è stata la volta di Mariacristina Gribaudi (presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia) e Bruno Bertero (direttore marketing PromoTurismoFVG ).
Appena il tempo per un light lunch.
Riprende “i lavori” Paolo Volpe (Anthropodesigner e Human Interior Designer, come ama definirsi) ed a seguire Vera Gheno (collaboratrice con l’Accademia della Crusca, dal 2012 ne gestisce l’account Twitter @AccademiaCrusca), Daniele Bellasio (Caporedattore e blogger del Sole 24 Ore e su Radio24, con Marta Cagnola, racconta la tv e i social network su Radiotube), Carmen Sergi (libera professionista e blogger, con la mission di comunicare l’umanità ) e Bruno Mastroianni (giornalista e docente di Media Relations presso la facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce).
Sebbene ciascun relatore abbia nobilmente espresso concetti e infilzato l’ispirazione con la propria esperienza e genialità, siamo stati catturati dalle espressioni comunicative e stimoli ispirati da Paolo Volpe: lo scorso 04 novembre 2015 abbiamo avuto modo di riscontrare la sua passione per lo studio di neuroscienze, psicologia e le risorse umane, incontrandolo a Padova, in occasione dell’evento E-commerce Strategies presso il Centro Congressi Papa Luciani, in cui affrontò il tema “Innovare per vincere”.
Lo abbiamo riscoperto, ancor più interessante, brillante e innovativo: Paolo Volpe non necessita di presentazioni di sorta, è noto ed apprezzato Speaker anche fuori dai confini nazionali.
L’intervento inizia alle ore 14:00 con una dose di risveglio emozionale. Ringrazia i giovani di Uniferpi in modo originale (memore anche dell’intervento di Nicolas Caporusso), illuminandoli con la luce della speranza, proiettata al futuro, e che essi rappresentato.
Appena il tempo di metabolizzare e Paolo Volpe segue un proprio schema, avviandosi alla relazione a modo suo, con riferimenti certi, citazioni, frasi orientate alla riflessione e personalità: inevitabile l’influenza sulla platea per un ulteriore momento comunicativo-riflessivo.
Ha genialmente discusso della componente non verbale del dialogo: spesso l’empatia soverchia parte razionale di ciascun individuo. Prima di iniziare col Dialogo però, Volpe sottolinea l’unicità nello spazio e nel tempo dell’individuo: ciascuno di noi è unico, relazionando sul passato, il presente ed il futuro in riferimento all’unicità nella genetica. Egli prosegue citando John Maeda (nominato nel 1999 come una delle 21 persone più importanti nel XXI secolo da Esquire; nel 2001 ha ricevuto il National Design Award for Communication Design negli Stati Uniti e il Mainichi Design Prize in Giappone), descrivendolo come se lo avesse frequentato assiduamente, come un collega al suo fianco con il quale ha lavorato: ricorda che il Dialogo, per Maeda, è fondamentale allorquando si guidi, si conduca e ci cimentiamo nella leadership: essere abili battitori liberi non implica essere geniali coordinatori e leader.
Il Dialogo, per Paolo Volpe, è uno strumento obsoleto. Cita, inoltre, Peter Senge (teorico della Learning Organization e già direttore del Center for Organizational Learning alla MIT Sloan School of Management), riferendosi alle antiche pratiche dialogiche tribali degli indiani d’America. Il Dialogo ci ha spesso fatto cambiare, arricchire ed aumentare il significato delle parole. Non a caso pone il significato di Dialogo in contrapposizione alla Discussione, quest’ultima con radici da escursione, scuotimento.
Infine Volpe, nella sua fluida e professionale verbale esposizione, nomina Thomas Kuhn, storico e filosofo statunitense che ha ispirato Steve Jobs, ricordando che se è vero, come disse Pablo Picasso, che i “grandi artisti rubano”, allora Steve Jobs fu all’altezza di Lupin quando nel 1977 entrò in una vietatissima sala prototipi di Xerox e commise un “furto” degno del “ratto della Gioconda”. Volpe, infine, fornisce una definizione di serendipity, affascinando il pubblico, collegandosi poi al concetto empirico di esperienza costruttiva al fine di ricordarci dell’esistenza di modalità di pensiero, oltre la logica, in grado di valorizzare la potenzialità del cervello. Concetto conclusivo? Uscire ispirati da un evento non è sufficiente, l’ispirazione senza azione è pura omeopatia.
Concludiamo con una affermazione del relatore Bruno Mastroianni, in riferimento alla comunicazione non verbale, a nostro positivo parere “psicologicamente infusionale”, e da egli definita Francescoterapia: “Il Papa con la valigia in mano siamo noi”.